di antonello brunetti
– Raffaella Paita, l’emanazione vaporosa di Luigi Grillo, dichiara che con il primo luglio 2013 inizieranno i lavori per il Terzo Valico (ma non aveva già detto tre o quattro volte nel giro di un anno che erano già stati avviati?)
– Tecnimont, proprietaria della quota del 20% del Cociv, vende tutto alla Impregilo-Condotte Salini che così ora hanno il 95% della proprietà con un 5% ancora del CIV (banche, cooperative e affini). La cifra ricavata appare ad occhio piuttosto ridotta: 50 milioni di euro.
– Infine viene annunciato, un po’ a sorpresa, che il Governo preleverà, dal miliardo e 360 milioni già stanziati in precedenza per il Terzo Valico, una quota di 773 milioni da destinarsi al decreto “Fare” ossia a opere più urgenti o cantierabili. Putiferio generale fra i notabili genovesi! Si invoca il ritiro del decreto in nome della “grandiosa manifestazione del SI TAV” di inizio luglio 2011, quando trecento persone in giacca e cravatta si radunarono in piazza De Ferrari (è stato facile contare trecento partecipanti, per di più in un corteuccio senza slogan e con persone a modo che camminavano lentamente, in ordine, chiacchierando del più e del meno).
Il ministro Lupi li rassicura che la cifra tolta rientrerà presto nel fagottino del Cociv poiché la Genova-Rotterdam è un “corridoio fondamentale e sostenibile” (finanziato dopo 22 anni con 587 milioni per un’opera che costerebbe ora 7 miliardi).
Ma possibile che nessuno, ma proprio nessuno, rifletta su questi dati recentissimi:
• quanti sarebbero i container da trasportare? Due milioni, con un calo quest’anno, nel primo trimestre 2013, del 2,7%. La previsione del 1992 era di un aumento del 12% ogni anno portando al 2010 a 4 milioni di teus.
• quanti valicano l’Appennino verso nord? Il 60%, quindi intorno al milione e 200. Gli altri vanno verso est, verso ovest e verso il nord-est.
• quanti utilizzano le ferrovie? L’8% secondo i dati del porto forniti da Luigi Merlo direttore dell’Autorità portuale di Genova. Quindi, largheggiando, 100.000 container.
Lo stesso Merlo e altri, alcuni mesi fa, si sono lasciati sfuggire la percentuale del 3%, ossia 36.000 container all’anno.
• quanti ne possono trasportare le tre linee esistenti dietro Genova? Senza farci nulla 600.000. Con piccoli ammodernamenti sui 2 milioni, ovviamente oltre a quelli già ora transitanti.
• quali sono le condizioni attuali del trasporto merci? Per almeno tre giorni alla settimana non ci sono merci sufficienti da trasportare e i convogli spesso vengono soppressi. A volte mancano locomotori efficienti, macchinisti e carri adeguati. Va aggiunto che il nodo di Genova non consentirebbe oggi un serio trasporto merci.
• Il ritornello genovese è che senza nuove gallerie, senza pendenze e più ampie, le merci non viaggiano. Il direttore amministrativo delle ferrovie, Mauro Moretti, ha già detto la sua in merito e quindi ci esimiamo dal portare un’infinità di dati e soluzioni (tipo Freius) che annullano questo falso problema. Moretti ha dichiarato: «Le linee esistenti possono accogliere altri treni, occorre inoltre sfruttare di più la Voltri-Ovada; le pendenze e le gallerie strette non sono un problema»