Nella giornata di ieri è stato reso pubblico il risultato dell’incontro avvenuto il 1 Luglio in Comune a Novi tra deputati ed esponenti locali dei partiti sul Terzo Valico. Come di consueto, solo quelli Si Tav sono stati invitati, e nemmeno tutti si sono degnati di partecipare.
Mentre la stampa riporta pedissequamente le veline dell’addetto stampa del Comune, a questa redazione è stato recapitato un documento che è stato distribuito nel corso di questa riunione. Si tratta di una presentazione di 40 pagine, elaborata dall’esperto del Comune di Novi Alberto Mallarino. (Resta il mistero su chi gli paghi il disturbo). Il documento in questione, ad uso interno degli amministratori, fa una panoramica superficiale sulle problematiche del progetto, circa le quali chi sedeva a quel tavolo avrebbe già dovuto essere ben informato. Vengono messe in mostra le oggettive lacune progettuali circa la presenza di amianto, l’incidenza sulle falde acquifere, il grande numero di camion e le polveri sottili. Come al solito dipingono un quadro a tinte fosche del Terzo Valico, come fosse un’opera che porta con sé un’infinità di grattacapi e sarebbe tanto meglio se non ci fosse. Ma poi il documento cambia tenore, il problema non è più la salute dei cittadini o il territorio sfregiato dai cantieri, ma il movimento No Tav. Si legge a pagina 34:
“Il tavolo tecnico della Comunicazione (ex L.R. 4/2011) è stato riunito una sola volta per constatare l’attuale univocità dell’informazione sul territorio veicolata, tra l’altro in maniera molto capillare, da parte dei comitati NO TAV ed è stato aggiornato in attesa delle risultanze dei Gruppi di Lavoro regionali.
La Comunicazione svolge un ruolo strategico nei confronti della popolazione ed avrà il compito, particolarmente arduo, di invertire la «percezione» ed il giudizio negativo sull’opera da parte del territorio attraverso un’azione puntuale, efficace e trasparente.
In questa fase sarà importante poter contare anche sull’esperienza dell’Agenzia di Comunicazione Chiappe&Revello, consulente di Co.C.I.V., e sul coinvolgimento a pieno titolo di R.F.I. per attivare una task force di comunicazione in grado di affrontare compiutamente ogni tematica.”
E’ la prima volta che la politica mette per iscritto che c’è una cosa fastidiosa che si chiama Movimento No Tav, e che questo è l’unico a fare informazione sul territorio, tra l’altro in maniera molto capillare.
Il compito “particolarmente arduo” (diciamo impossibile) di “invertire la percezione” va ricercato quindi con trasparenza. Essendone sprovvisti, hanno pensato di affidarsi all’ufficio Stampa di Cociv, l’agenzia di comunicazione Chiappe&Revello di Genova, una potente agenzia di lobbisti che in sostanza paga giornalisti per far dire loro ciò che vuole, come sta accadendo da tempo nel capoluogo ligure.
La strategia finora è stata quella di aprire “tavoli” a più non posso e buttare lì qualche parola in inglese ogni tanto. Sono contemplati:
- il tavolo tecnico amianto
- il tavolo tecnico risorse idrogeologiche
- il tavolo tecnico per “l’accompagnamento territoriale”
- il tavolo regionale per la logistica
- il tavolo tecnico ricettività ed offerta abitativa dei territori
- il tavolo tecnico sicurezza sul lavoro
- il tavolo tecnico formazione professionale ed occupazione
- il tavolo tecnico comunicazione (quello che, come scritto sopra, ha la funzione di sancire la nostra schiacciante superiorità)
A tutti questi tavoli (e chissà quante cadreghe) fa seguito il rosario di cose “smart” per “accompagnare il territorio”. A pagina 25, ecco fare il suo debutto il progetto (tenetevi forte) OLTREGIOGO SMART AREA che si occuperà di:
- smart mobility
- smart energy
- smart environment
- smart building
- smart economy
Non si capisce cosa vuol dire, ma si capisce quanto costa e chi paga: se possibile, si dice, lo Stato o l’Unione Europea, altrimenti preleviamo 10 milioni di euro all’anno per tre anni dagli enti locali. In soldoni, ci hanno fracassato le scatole per anni dicendo che il terzo valico si doveva lasciar fare per prendere il massimo dalle compensazioni, per poi scoprire che si sta architettando un meccanismo per far pagare ai comuni le opere compensative. Geniale.
Il documento si conclude con un triste appello al Governo:
“La scelta di definanziare, praticamente per intero, il II lotto dell’opera, stornando 763 M€ su un finanziamento di 860 M€, mette in difficoltà gli amministratori locali, già soggetti agli attacchi pesanti da parte dei Comitati NO TAV, compromettendo ogni possibilità di dialogo con il territorio”
A dire il vero quelle erano compromesse già prima del definanziamento. E’ troppo facile, anche poco elegante, addossare ad altri le proprie colpe.
Qui il documento riservato. (si ringrazia l’uccellino)