È in corso una nuova operazione repressiva a carico del nostro movimento, in atto tra la Val di Susa, Torino e Genova. Tra gli attivisti colpiti c’è anche il nostro amico e compagno di lotta Mattia.
Sempre presente e parte intergrante del movimento NoTav Mattia, come tutti gli altri, avrà il nostro appoggio e la nostra complice solidarietà.
Mattia sta subendo misure di sicurezza con obbligo di dimora e rientro notturno presso la sua residenza. Stessa sorte per gli altri attivisti.
I PM avevano richiesto la custodia cautelare in carcere.
Pubblichiamo il comunicato stampa del Movimento No Tav sulle perquisizioni e misure cautelari avvenute il 27 Agosto. L’assemblea di coordinamento dei comitati No Tav – Terzo Valico, svoltasi ieri sera ad Arquata Scrivia, ha deciso di fare proprio il comunicato e ribadire la propria solidarietà a Mattia e a tutti gli altri ragazzi.
Ancora una mattinata di perquisizioni in Val di Susa e non solo. Agenti di polizia del reparto digos (“operazioni speciali”) della questura di Torino hanno svegliato 6 giovani notav, entrando nelle loro case portandogli via materiale informatico . Le accuse si riferiscono agli avvenimenti delle settimane scorse, quando centinaia di no tav hanno complicato l’arrivo dei primi pezzi della talpa nel cantiere di Chiomonte. Ad alcuni è stato imposto l’obbligo di dimora nel proprio comune di residenza e il rientro notturno, dalle 22 alle 6. Le accuse che i pm della procura hanno formulato sono sequestro di persona, danneggiamento e blocco stradale. per fare un breve riepilogo dei fatti proviamo a fare una breve sintesi:
– in quei giorni, inizio agosto era in arrivo in valle di Susa la “talpa”. Per evitare un ulteriore spreco di denaro pubblico e la devastazione del territorio il movimento decise di provare a bloccare i convogli che trasportavano i pezzi – un autista in preda a una strana ebbrezza post cena prova con il suo pesante mezzo a sfondare un pacifico blocco stradale rischiando di schiacciare molte persone – l’autista viene fermato e dopo poco, illeso, senza neanche un graffio nè a lui nè al mezzo viene fatto ripartire (si valuta che l’allegro e pericoloso “ragazzo” è più un problema che altro). – Con una gomma bucata (dice l’autista) raggiunge facendo circa 10 km la sede della polstrada di Susa (con una gomma bucata?) – la Polizia che continua a difendere le ditte mafiose che con le loro attrezzature e i loro mezzi raggiungono il cantiere tav di Chiomonte decide di sfruttare “l’allegro autista”. Gli vengono fatte vedere le foto dei no tav più conosciuti e lui con un sorriso alcolico ne riconosce sei, due dei quali è sicuro siano gli autori del blocco (questo lo apprendiamo oggi dagli atti consegnati ai no tav perquisiti. Rilascia inoltre una falsa intervista in cui dichiara di aver pensato di morire (?) – la procura “indaga”? Sulla base di quattro dichiarazioni di un autista viene costruito il “castello” accusatorio (sembra però un castello di carta). Padalino e Rinaudo pm che si dedicano a tempo pieno ai fastidi contro il movimento no tav firmano richieste di perquisizioni e misure cautelari il tutto sotto la “sapiente guida” del cattivo maestro Giancarlo Caselli procuratore capo di torino. Da notare l’identificazione del tutto arbitraria dei soggetti, senza un confronto, non in una sede giudiziaria e senza la presenza della difesa –
il gip però non ci sta, rigetta il castello accusatorio e non firma. – Ecco allora che l’identificazione viene riprovata più volte fino ad arrivare ad un esito soddisfacente (“lo riconosci? forse… allora niente arresto… e poi ancora lo riconosci? è lui vero? bè forse sì… andiamo meglio… lo riconosci? ha fatto tutto lui? sì sono sicuro… ok allora manette) – un giudice per le indagini preliminari, soddisfatto dall’ennesima prova riuscita di riconoscimento farsa senza troppi scrupoli firma il tutto e con una pacca sulla spalla ai pm fa partire l’operazione
– la polizia con il reparto digos della questura di Torino esegue e si fa prendere la mano allargando anche le perquisizioni agli archivi informatici di Leonardo noto attivista del sito tgvallesusa e
notav.eu sequestrando il suo archivio riposto in ben 7 computer
Ci pare evidente il disegno della procura di Caselli, e dei due pm Padalino e Rinaudo, volto ad impaurire il movimento avvolgendolo nelle loro spire repressive.
Ma hanno fatto i conti senza l’oste. Colpendo i nostri amici e compagni, ragazzi cresciuti a pane e no tav, non fanno altro che rinsaldarci nella convinzione che la nostra lotta è giusta, i loro colpi maldestri sono il sintomo che stiamo procedendo bene e non potendo sconfiggerci in altro modo tentano l’ultima disperata carta. E non utilizziamo il termini maldestro a caso: uno dei ragazzi perquisiti nel momento in cui avvenivano i fatti di cui sono accusati era in vacanza, a mille chilometri dalla Valle. Basterebbe questo elemento per mostrare la pretestuosità delle accuse e la matrice politica delle mosse della procura di Torino, tutta tesa a perseguire non il singolo reato ma il dissenso.
Questa è la costruzione-furto dell’alta velocità Torino Lione, da un lato si scava, si spende e si devasta dall’altro si cerca di fermare oggi con le manette, oggi con un manganello o un lacrimogeno, oggi con un infamante articolo su un giornale compiacente chi si oppone e lotta per fermare questo spreco. Piccoli colpi che continuamente cercano di arginare un movimento che non si è lasciato ingannare e non si lascia intimidire. Dove la politica ha fallito, dove i governi sono caduti oggi la procura e le forze di polizia provano ad aprire varchi e paure.
Interessante e non in ultimo come in questa occasione sia stato colpito Mattia, un noto attivista dei notav terzo valico di Genova, molto attivo sul suo territorio. Un’occasione ghiotta dunque per la procura e i sitav di preparare un altro nuovo e difficile fronte di lotta.
Movimento no tav