La trincea infinita di No Tav e grillini “Sprecati sei miliardi dei cittadini”
LO STRISCIONE, affisso proprio all’ingresso di Palazzo Tursi, non lascia
eccessivo margine alle mediazioni: “L’unica velocità che vogliamo è quella
della vostra scomparsa. Burocrati parassiti, giù le mani dalle nostre
valli”.
La Premiata Ditta Marco Doria & Stefano Bernini — che ai calcioni
nelle parti intime deve ancora farci il callo — va avanti per la sua
strada, ma certo non apprezza: il consigliere comunale Marco Doria in
tempi non sospetti (quando la tesi ufficiale del Pci era “prima il lavoro,
poi — semmai — l’ambiente”) fece mugugnare più di un dirigente di salita
San Leonardo, il soldato Stefano Bernini trent’anni fa scelse di fare
l’obiettore di coscienza in Legambiente. Ecco: “burocrate parassita
anti-ambientalista”, forse, è un po’ troppo.
Presidio “No Tav”, ieri mattina, davanti a Tursi con tanti tamburi e poca
gente: una cinquantina di persone (ma era giovedì, mattina di lavoro) per
protestare contro il via libera ai lavori del Terzo Valico. Tra i
protestatari il capogruppo del Movimento Cinquestelle, Paolo Putti: «E’
un’infrastruttura utile solo per sprecare sei miliardi di soldi pubblici
in una speculazione edilizia, anziché per il benessere dei cittadini».
Spiega il volantino distribuito ai passanti: «Il treno passerà per la
Valpolcevera e comporterà devastazione ambientale, peggioramento della
qualità della vita e problemi per la nostra salute. Il
passaggio di centinaia di camion al giorno, per le strade della
Valpolcevera, provocherà, oltre al congestionamento traffico, inquinamento
da idrocarburi e polveri sottili che sono volatili e quindi supereranno la
superficie del territorio interessato dai cantieri».
Poi c’è la questione Villa Sanguineti: «Sono già iniziati gli espropri di
private abitazioni e attività commerciali. Una scuola
di Trasta rischia la chiusura». Due rappresentanti sono stati poi accolti
— da Doria e Bernini — nella sala che ospitava la conferenza stampa ed
hanno potuto porre domande, cui Bernini ha risposto. Un filo di tensione,
ma buona volontà di dialogare da entrambe le parti.
Intanto il sindacato, con una dura presa di posizione, non solo difende a
spada tratta il Terzo valico ma chiede l’istituzione di
un “Osservatorio Ambientale Indipendente che diventi un centro di garanzia
per il territorio”.
«Da notizie di stampa si apprende di una mozione, sottoscritta in modo
trasversale da consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, che
chiede alla Giunta genovese una moratoria sui lavori del Terzo Valico —
spiega il documento firmato dalla Cgil Genova e Liguria e dalla
Fillea — E’ lecito che ognuno esprima le proprie posizioni pertanto anche
la Cgil esprime la propria ribadendo con fermezza che i lavori del terzo
valico ferroviario devono partire subito. Abbiamo più volte affermato che
consideriamo tale opera strategica e determinante per i collegamenti tra
Genova, il Nord Italia, il centro dell’Europa. Nella nostra città viene
rivendicato il lavoro, ma quando è possibile ridare fiato a edilizia e
tecnologia o concretizzare il ribaltamento a mare di Fincantieri qualcuno
preferisce che la disoccupazione o la cassa integrazione continuino ad
imperversare ». Le condizioni di sicurezza, di salvaguardia ambientale, di
difesa dei cantieri dalla malavita, devono essere elemento di grandissima
attenzione: la Cgil, spiega il documento «si batterà per questo e anche
perché prevalga l’occupazione di lavoratori del territorio. Altro aspetto
importante è la giusta remunerazione dei terreni espropriati o il ripagare
dagli inevitabili disagi chi abita vicino ai cantieri magari attraverso
agevolazioni fiscali e favorendo le attività commerciali. Crediamo sia
necessaria la costituzione di un Osservatorio Ambientale Indipendente che
diventi un istituto a garanzia del territorio. Regione, Provincia Comune,
devono rendersi disponibili ad accelerare il percorso, a confrontarsi, e
poi a decidere».
Repubblica Genova
Doria: “Terzo Valico senza se e senza ma”
Via libera dalla giunta. Bernini: tracciato alternativo per salvare la scuola di Trasta
I nodi della giunta
RAFFAELE NIRI
«IO SONO per il Terzo Valico. Senza se e senza ma». Usa uno slogan di
sinistra, mentre sventola la ventunesima pagina del proprio programma da
sindaco, Marco Doria: «Il Terzo Valico è una priorità da portare avanti,
la maggioranza sarà e dovrà essere coerente con il programma di governo
illustrato ai cittadini. Voglio essere ancora più chiaro: in un momento
serio come questo ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».
La notizia, intanto. La giunta comunale (su proposta, e forse non è solo
un dettaglio, di Stefano Bernini e Gianni Crivello, che oggi sono
rispettivamente il vicesindaco e l’assessore ai Lavori pubblici, ma che
fino a ieri l’altro erano, da un decennio, i presidenti del Medio Ponente
e della Valpolcevera) ha approvato la delibera numero 255 che consegna al
Cociv le aree dove — “entro pochissimi giorni” — si apriranno i cantieri
per realizzare la prima opera propedeutica alla costruzione del Terzo
Valico. Si tratta della galleria tra il casello autostradale
dell’Aeroporto e la strada Borzoli Scarpino: sarà realizzata in due
anni, sarà lunga 1.400 metri ed è finanziata dal ministero dei Trasporti
con 19 milioni. «La galleria — scandisce il sindaco — non costerà un euro
al Comune».
Al Comune — inteso come consiglio comunale — sta costando però una lunga
serie di crisi di nervi. La mozione firmata dai dodici consiglieri (cinque
di Grillo, Antonio Bruno della Federazione della sinistra, i due
consiglieri di Sel, quattro dei sei consiglieri della Lista Doria, cioè
tutti meno Padovani e Pederzolli), che chiede una moratoria dei lavori del
Terzo Valico, ha innervosito molto i Quartieri Generali di Sel e della
stessa Lista Doria, che sono — con Pd e IdV — le due forze maggiori che
hanno sottoscritto il programma del sindaco. Ieri pomeriggio è durata
oltre tre ore la riunione tra i sei consiglieri della Lista Doria e Silvio
Ferrari, non proprio nel ruolo di “commissario politico”, ma certo in
quello di “amico più anziano”. Tecnicamente la faccenda è facilmente
risolvibile: la mozione viene presentata, ottiene i dodici voti o magari
ne perde un paio per strada, viene bocciata e lì finisce la storia. Ma
politicamente — come ha spiegato ieri il segretario del Pd Lunardon e come
ha ribadito in conferenza stampa il sindaco — la vicenda è molto più
spessa. «Non ho mai detto — spiega Doria — che c’è una contrapposizione
tra grandi opere e piccole opere. Ho sempre detto, al contrario, che
occorrono responsabilità e coerenza». Doria ha dialogato con i sei
consiglieri della lista che porta il suo nome ma non ha chiesto abiure: è
possibile, però, che qualcuno scelga di ripensarci “per senso di
responsabilità”.
Restando al concreto, Bernini
ha annunciato — alla presenza di un paio di rappresentanti dei Comitati,
ammessi alla conferenza stampa anche come segno di volontà reciproca di
dialogo — che è allo studio una proposta di tragitto che non tocchi più la
scuola Sanguineti di Trasta. «La Cociv sta riprogettando la realizzazione
della galleria di servizio alcune centinaia di metri a monte — spiega il
vicesindaco — Si tratta di un terreno di proprietà delle ferrovie, in modo
da non investire il parco della scuola Villa Sanguineti ». E in modo da
togliere, a chi protesta, l’arma più affilata.