[Repubblica Genova] 15 giugno 2012

La trincea infinita di No Tav e grillini “Sprecati sei miliardi dei cittadini”

LO STRISCIONE, affisso proprio all’ingresso di Palazzo Tursi, non lascia

eccessivo margine alle mediazioni: “L’unica velocità che vogliamo è quella

della vostra scomparsa. Burocrati parassiti, giù le mani dalle nostre

valli”.

La Premiata Ditta Marco Doria & Stefano Bernini — che ai calcioni

nelle parti intime deve ancora farci il callo — va avanti per la sua

strada, ma certo non apprezza: il consigliere comunale Marco Doria in

tempi non sospetti (quando la tesi ufficiale del Pci era “prima il lavoro,

poi — semmai — l’ambiente”) fece mugugnare più di un dirigente di salita

San Leonardo, il soldato Stefano Bernini trent’anni fa scelse di fare

l’obiettore di coscienza in Legambiente. Ecco: “burocrate parassita

anti-ambientalista”, forse, è un po’ troppo.

Presidio “No Tav”, ieri mattina, davanti a Tursi con tanti tamburi e poca

gente: una cinquantina di persone (ma era giovedì, mattina di lavoro) per

protestare contro il via libera ai lavori del Terzo Valico. Tra i

protestatari il capogruppo del Movimento Cinquestelle, Paolo Putti: «E’

un’infrastruttura utile solo per sprecare sei miliardi di soldi pubblici

in una speculazione edilizia, anziché per il benessere dei cittadini».

Spiega il volantino distribuito ai passanti: «Il treno passerà per la

Valpolcevera e comporterà devastazione ambientale, peggioramento della

qualità della vita e problemi per la nostra salute. Il

passaggio di centinaia di camion al giorno, per le strade della

Valpolcevera, provocherà, oltre al congestionamento traffico, inquinamento

da idrocarburi e polveri sottili che sono volatili e quindi supereranno la

superficie del territorio interessato dai cantieri».

Poi c’è la questione Villa Sanguineti: «Sono già iniziati gli espropri di

private abitazioni e attività commerciali. Una scuola

di Trasta rischia la chiusura». Due rappresentanti sono stati poi accolti

— da Doria e Bernini — nella sala che ospitava la conferenza stampa ed

hanno potuto porre domande, cui Bernini ha risposto. Un filo di tensione,

ma buona volontà di dialogare da entrambe le parti.

Intanto il sindacato, con una dura presa di posizione, non solo difende a

spada tratta il Terzo valico ma chiede l’istituzione di

un “Osservatorio Ambientale Indipendente che diventi un centro di garanzia

per il territorio”.

«Da notizie di stampa si apprende di una mozione, sottoscritta in modo

trasversale da consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, che

chiede alla Giunta genovese una moratoria sui lavori del Terzo Valico —

spiega il documento firmato dalla Cgil Genova e Liguria e dalla

Fillea — E’ lecito che ognuno esprima le proprie posizioni pertanto anche

la Cgil esprime la propria ribadendo con fermezza che i lavori del terzo

valico ferroviario devono partire subito. Abbiamo più volte affermato che

consideriamo tale opera strategica e determinante per i collegamenti tra

Genova, il Nord Italia, il centro dell’Europa. Nella nostra città viene

rivendicato il lavoro, ma quando è possibile ridare fiato a edilizia e

tecnologia o concretizzare il ribaltamento a mare di Fincantieri qualcuno

preferisce che la disoccupazione o la cassa integrazione continuino ad

imperversare ». Le condizioni di sicurezza, di salvaguardia ambientale, di

difesa dei cantieri dalla malavita, devono essere elemento di grandissima

attenzione: la Cgil, spiega il documento «si batterà per questo e anche

perché prevalga l’occupazione di lavoratori del territorio. Altro aspetto

importante è la giusta remunerazione dei terreni espropriati o il ripagare

dagli inevitabili disagi chi abita vicino ai cantieri magari attraverso

agevolazioni fiscali e favorendo le attività commerciali. Crediamo sia

necessaria la costituzione di un Osservatorio Ambientale Indipendente che

diventi un istituto a garanzia del territorio. Regione, Provincia Comune,

devono rendersi disponibili ad accelerare il percorso, a confrontarsi, e

poi a decidere».

 

Repubblica Genova

 

Doria: “Terzo Valico senza se e senza ma”

Via libera dalla giunta. Bernini: tracciato alternativo per salvare la scuola di Trasta

I nodi della giunta

RAFFAELE NIRI

 

«IO SONO per il Terzo Valico. Senza se e senza ma». Usa uno slogan di

sinistra, mentre sventola la ventunesima pagina del proprio programma da

sindaco, Marco Doria: «Il Terzo Valico è una priorità da portare avanti,

la maggioranza sarà e dovrà essere coerente con il programma di governo

illustrato ai cittadini. Voglio essere ancora più chiaro: in un momento

serio come questo ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

La notizia, intanto. La giunta comunale (su proposta, e forse non è solo

un dettaglio, di Stefano Bernini e Gianni Crivello, che oggi sono

rispettivamente il vicesindaco e l’assessore ai Lavori pubblici, ma che

fino a ieri l’altro erano, da un decennio, i presidenti del Medio Ponente

e della Valpolcevera) ha approvato la delibera numero 255 che consegna al

Cociv le aree dove — “entro pochissimi giorni” — si apriranno i cantieri

per realizzare la prima opera propedeutica alla costruzione del Terzo

Valico. Si tratta della galleria tra il casello autostradale

dell’Aeroporto e la strada Borzoli Scarpino: sarà realizzata in due

anni, sarà lunga 1.400 metri ed è finanziata dal ministero dei Trasporti

con 19 milioni. «La galleria — scandisce il sindaco — non costerà un euro

al Comune».

Al Comune — inteso come consiglio comunale — sta costando però una lunga

serie di crisi di nervi. La mozione firmata dai dodici consiglieri (cinque

di Grillo, Antonio Bruno della Federazione della sinistra, i due

consiglieri di Sel, quattro dei sei consiglieri della Lista Doria, cioè

tutti meno Padovani e Pederzolli), che chiede una moratoria dei lavori del

Terzo Valico, ha innervosito molto i Quartieri Generali di Sel e della

stessa Lista Doria, che sono — con Pd e IdV — le due forze maggiori che

hanno sottoscritto il programma del sindaco. Ieri pomeriggio è durata

oltre tre ore la riunione tra i sei consiglieri della Lista Doria e Silvio

Ferrari, non proprio nel ruolo di “commissario politico”, ma certo in

quello di “amico più anziano”. Tecnicamente la faccenda è facilmente

risolvibile: la mozione viene presentata, ottiene i dodici voti o magari

ne perde un paio per strada, viene bocciata e lì finisce la storia. Ma

politicamente — come ha spiegato ieri il segretario del Pd Lunardon e come

ha ribadito in conferenza stampa il sindaco — la vicenda è molto più

spessa. «Non ho mai detto — spiega Doria — che c’è una contrapposizione

tra grandi opere e piccole opere. Ho sempre detto, al contrario, che

occorrono responsabilità e coerenza». Doria ha dialogato con i sei

consiglieri della lista che porta il suo nome ma non ha chiesto abiure: è

possibile, però, che qualcuno scelga di ripensarci “per senso di

responsabilità”.

Restando al concreto, Bernini

ha annunciato — alla presenza di un paio di rappresentanti dei Comitati,

ammessi alla conferenza stampa anche come segno di volontà reciproca di

dialogo — che è allo studio una proposta di tragitto che non tocchi più la

scuola Sanguineti di Trasta. «La Cociv sta riprogettando la realizzazione

della galleria di servizio alcune centinaia di metri a monte — spiega il

vicesindaco — Si tratta di un terreno di proprietà delle ferrovie, in modo

da non investire il parco della scuola Villa Sanguineti ». E in modo da

togliere, a chi protesta, l’arma più affilata.

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