Quando la CMC fu condannata per disastro ambientale…

…era il 16 marzo 2009… Da terrelibere.org

“Aver drenato e disperso dall`inizio dei lavori la somma complessiva di non meno di 44.933 milioni di metri cubi di acqua nel territorio della Comunità Montana del Mugello`: questo uno dei primi capi di imputazione a carico. Ma c`è di peggio.

Dopo la scomparsa di decine di pozzi e sorgenti, e la morte fisica e biologica di preziosi torrenti appenninici, in alcune aree si ipotizza che si stiano intaccando riserve profonde, acque “di lunga circolazione`. Secondo “L`espresso` del 4 marzo, l´inchiesta sui danni causati dai cantieri Tav era divisa in due filoni principali: quello della contaminazione dei terreni e delle acque per effetto dello smaltimento delle terre e dei fanghi delle lavorazioni in galleria, e quello del drammatico prosciugamento delle sorgenti e dei fiumi del Mugello, una delle regioni più ricche di acqua d´Italia. Secondo le accuse, a causa dei lavori in galleria e della intercettazione «selvaggia» delle acque di falda, si sono seccati 57 km di fiumi, la portata di altri 24 km di corsi d´acqua si è drasticamente ridotta, sono state prosciugate 37 sorgenti e 5 acquedotti.

Un disastro ambientale per il quale la procura contestava il danneggiamento aggravato, un reato volontario. Il giudice ha ritenuto invece che questi gravissimi danni siano stati causati da negligenza o imperizia, cioè siano colposi, e il codice penale non prevede il reato di danneggiamento colposo. Da questa accusa, perciò, tutti gli imputati sono stati assolti. Tuttavia le famiglie e le aziende danneggiate potranno chiedere i danni in sede civile. I danni complessivi al territorio del Mugello sono stati valutati in almeno 741 milioni di euro.

 

Dopo il giudice penale, si appresta a muoversi anche la procura della Corte dei Conti, che potrebbe chiedere i danni anche a chi, negli enti pubblici, avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto a sufficienza. Questo poco dopo l`inizio dei lavori al Dal Molin da parte dei tecnici della CMC e di operai della ditta vicentina Carta-Isnardo, sopra una falda acquifera tra le più grandi in Europa ed in mancanza della Valutazione di impatto ambientale, richiesta dal sindaco e dai comitati di cittadini, oltre che necessaria secondo lo stesso Ministero dell`Ambiente, che lo dichiarò nella risposta scritta ad un`interrogazione pubblicata il 26 febbraio 2007.

Evidentemente questa “cooperativa` ha ben poco rispetto per l`ambiente e per la dignità del lavoro umano, valori che formalmente si ritrovano nello statuto di Legacoop. Pretendiamo che i lavori si fermino, in attesa della VIA, e che la CMC venga espulsa dalla Lega delle Cooperative, per non aver rispettato i valori della cooperazione. Essa è ormai definibile una Cooperativa di guerra, avendo lavorato alla base Usa di Sigonella, a quella di Aviano, a Camp Derby; a Vicenza lavora anche al villaggio americano. E` anche la cooperativa “delle grandi opere`: Tav, basi Usa, Ponte sullo stretto di Messina: di amicizie deve averne molte, quello che le manca è l`interesse per le conseguenze delle sue costruzioni e l`attenzione per l`ambiente.

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