Dicembre è arrivato, sembrava così lontano nelle nostre teste di presidianti alle prime armi con una fetta di anguria in mano ad aspettare lo spettro del sig.Cociv di cui avevamo sentito solo parlare e che, nel dubbio, ci portava a rincorrere insospettiti ogni malcapitato che si aggirasse in zona con una cartellina.
La mia sveglia personale (che suona sempre in stra-ritardo rispetto alle altre), mi ha portato a fine luglio a partire a piedi da casa mia a Pontedecimo, giungere in piazza, tirare su per il “Perdono” (recuperare un’amica), proseguire verso Campomorone, arrivare in Via Martiri e trovarmi in mezzo a una folla di gente che discuteva di Terzo Valico. Buongiorno coscienza, si parte!
E poi arriva il 15 dicembre, arriva l’evento che ci tocca più da vicino, che passa sotto le nostre finestre..ed ecco ripercorrere quelle stesse strade e, questa volta, trovarti a farlo con seicento altre persone e sentirti a casa come mai ti è successo.
Ci vediamo dalle “piscine”, il quadro che si presenta all’inizio è sempre simile: gente che va di qua e di là a ultimare i preparativi (fiaccole da distribuire, striscioni da sistemare), gente che si rincontra abbracciandosi come parenti lontani (perchè è sempre bello rivedersi!), gente che si affaccia intimidita per la prima volta, ma che sa che è importante esserci; la cornice, invece, la regala sempre la Repubblica italiana: schieramenti di divise e tenute anti-sommossa a volontà (ma qualcuno li ha informati che non c’era nessuna intenzione di invadere militarmente il comune di Campomorone e annetterlo a Genova?).
Fiaccole, striscioni, bandiere..si parte!
E’ una marcia lenta attraverso i punti principali delle nostre valli che saranno oggetto di scempio per la realizzazione dell’opera, punti non lontani dalle nostre vite, punti che evocano ricordi, punti nel cuore dei luoghi attorno ai quali costruiamo le nostre giornate, luoghi in cui siamo nati ma in cui abbiamo anche scelto di stare.
Passi lenti all’interno di un percorso scandito da tappe fondamentali: ci si ferma dal Ricreatorio, ci si ferma in Piazza Pontedecimo, ci si ferma dal Ponte della Ferriera, ci si ferma in Santa Marta. Soste di riflessione, con un megafono in mano ci sono uomini e donne simbolo di una vita vissuta nella valle che parlano di storia, di cambiamenti, di resistenza, parole che non cadono nel nulla..che trovano terreno fertile soprattutto nei giovani e nella loro una inesauribile sete di conoscere, di sapere, di riscoprire le radici, di respirare quell’aria che hanno respirato in casa, nelle loro famiglie, ma che faticano a ritrovare nella frenesia delle loro giornate che scorrono sempre più ad alta velocità. Perchè è così che ci vogliono.
La nostra marcia ha inizio nel pomeriggio e termina a buio già inoltrato, il sole tramonta: è arrivato il momento di accendere le fiaccole.
Una ne accende cento, duecento, seicento..ognuno si avvicina per attingere un po’ di quella luce e quel calore da un altro che gli cammina accanto ed è un attimo che si passa da una Pontedecimo invasa da un popolo di “No Tav” che cammina accompagnato dalla musica di De Andrè a una Campomorone riempita di luce e di cuori che battono tutti allo stesso ritmo: quello scandito dalla bassa velocità, che è poi anche il piacere di stare insieme, di condividere un po’ di tè e una fetta di panettone.
Perchè è Natale anche per noi che veniamo definiti “No Tav”, perchè la lotta al terzo valico è una lotta contro un’ingiustizia, contro l’interesse di pochi a danno di molti, contro una mafia che si invischia nelle nostre case, contro un diritto al futuro e un diritto alla salute negati in nome di merci inesistenti che devono correre e correre sui binari della nostra pelle.
Perchè con la lotta al Terzo Valico abbiamo riscoperto il piacere dello stare gli uni con gli altri, dell’ascoltare, del raccontarci, del coinvolgere le nostre famiglie e le nostre amicizie in un progetto comune, abbiamo ridato vita al nostro passato per costruire insieme il nostro futuro..ed è molto più “Natale” questo piuttosto che un pacchetto da scartare sotto l’albero.
Chi ieri ha camminato con noi, ha potuto vivere in prima persona tutto questo, quello che forse non sa è che dietro c’è stato un grandissimo lavoro di settimane, persone dalle provenienze più disparate che sono scese in campo, ognuno mettendo a disposizione le sue risorse, e giocando una partita vincente: i grazie vanno tutti agli attacchinatori (del giorno e della notte!), a chi ha girato per negozi chiedendo collaborazione, a chi ha smesso di avere serate libere per poter riunirsi e definire le ultime cose, a chi ha recuperato materiale, cucinato, organizzato gli striscioni, gestito le comunicazioni..il comitato della Valverde in questo senso ci ha dato un bell’esempio di cosa voglia dire essere uno squadrone: puntare sulle differenze per trasformarle in ricchezza e vincere il partitone della Fiaccolata!
Questo sabato pomeriggio di fine anno servirà a tutti noi per concludere un periodo intenso di informazione e sensibilizzazione, per fermarci a riflettere e raccogliere le idee per poi ripartire più grintosi che mai perchè la lotta non si arresta, perchè ci saranno altri espropri da impedire, altri cantieri che si muoveranno e noi saremo pronti e sempre di più. Perchè ieri abbiamo vinto, ieri di goal se ne sono contati seicento (e uno più luminoso dell’altro!) e quando si sveglia uno squadrone così, non si addormenta più.
Simona Cardellino, movimento no tav terzo valico Pontedecimo e San Quirico