Il pubblico servizio abbiamo appena iniziato a costruirlo…e la lotta continua

“Di qui non si passa”, cinque parole, nessuna violenza, nessuna aggressione..cinque parole chiare, ferme e decise pronunciate da chi ha deciso che era il momento di scendere in strada, in mezzo alla gente, alla tua gente e lottare per difendere la tua terra.
Sono dieci le persone che ricevono una notifica, in dieci avrebbero interrotto un pubblico servizio, siamo in Agosto, si parla di Terzo Valico, si parla di espropri di abitazioni e terreni.
Nelle dieci persone, c’è anche Massimiliano (Massy per tutti!), ha 41 anni, è sposato con Chiara e ha due figlie: una di 18 e una di 10 anni.
La piccola frequenta la scuola elementare “Villa Sanguineti” a Trasta e circa un anno fa, siamo alla fine di Gennaio, Massy e la sua famiglia apprendono che la scuola sarà coinvolta nei lavori per la “grande opera” del Terzo Valico, in particolar modo sarà destinata a ospitare gli uffici tecnici del Cociv.
Centosettantasei bambini, le loro famiglie, le loro maestre e tutto il personale rimarranno senza un punto di riferimento importante della Valpolcevera..perchè Villa Sanguineti è un centro di incontro, uno spazio di condivisione dove nascono amicizie, crescono relazioni, si intrecciano storie.
‘No, non ci stiamo’ – e al grido di “Villa Sanguineti non si tocca” si mobilitano famiglie, insegnanti e tutte le persone di Trasta e dintorni che decidono di non accettare questo sopruso. Un milione di euro sono i soldi offerti per la scuola, la crescita dei nostri figli non ha prezzo, le nostre vite non si comprano: il 20 di aprile c’è la prima manifestazione..tutti in piazza per le vie di Trasta: uno dei primi significativi segnali in Valpolcevera di un risveglio, di una voglia di scendere in piazza, metterci la faccia e ribellarsi a un’ingiustizia.
E Massy la faccia ce la mette, eccome: da portavoce dei genitori della scuola, sceglie di conoscere e informarsi perchè la lotta al Terzo Valico non rimane circoscritta a Villa Sanguneti: a Trasta e nell’intera valle sorgeranno cantieri, verranno eseguiti espropri fino a Campomorone, l’aria che si inizierà a respirare sarà sempre più appesantita dall’amianto, chiuderanno ospedali e le nostre strade verranno invase da camion in nome del progresso “per non rimanere isolati”.
Il “progresso” che passa attraverso questa galleria ha un costo di 6.2 miliardi di euro, la pelle della gente inizia a bruciare, nelle case arrivano lettere per notificare gli espropri, notti sempre più insonni in Valpolcevera: prende forma in maniera sempre più consistente il Movimento No Tav – Terzo Valico, nascono i comitati territoriali.
Si discute insieme, si fanno assemblee, si passa all’azione: in Agosto i primi espropri, ci si riunisce sui marciapiedi, nei terrazzi, davanti ai portoni delle abitazioni interessate.
A Trasta il 2 di Agosto la gente è per strada, non fa paura il caldo, non fa paura il mettersi in gioco: siamo tutti lì perchè è giusto così, per difendere il posto dove siamo nati, cresciuti, dove abbiamo scelto di vivere, perchè è arrivato il momento di esserci per fermare il Terzo Valico.
C’è la gente e ci sono le forze dell’ordine, ci sono persone in Salita Balilla Grillotti che “non fanno passare”, si difende la terra a mani nude, senza scontri solo con la propria presenza – di qui non si passa.
Non si passa a Trasta, non si passa a Pontedecimo, non si passa a Ceranesi, non si passa a Campomorone e non si passa neanche sulla Castagnola.
A Borgo Fornari è ancora Massy che si mette in prima linea, capitando in zona anche un po’ per caso se si vuole, ma alla chiamata degli amici non si dice mai di no.
Perchè essere un movimento è anche questo: è solidarietà, è scoprire rapporti, è il piacere di stare insieme e di partecipare uniti nella stessa causa, è il bello di trovare negli altri il nostro stesso modo di vivere e costruire il quotidiano, è una condivisione di valori.
Massimiliano riceve una notifica di procedimento in corso per interruzione di pubblico servizio anche per gli espropri della Castagnola.
A distanza di cinque mesi, se gli si chiede che cosa è rimasto di quelle giornate, il quadro che dipinge ha un sapore di vita, quella vera: un ragazzo con i “rasta” che fa sedere all’ombra una signora più anziana, donne e uomini che arrivano con bibite e angurie per “rinfocillare” i presidianti sotto il sole, abitanti e commercianti delle varie zone tutti in strada che chiacchierano e si scambiano opinioni e condividono, ci sono persone del posto e persone che vengono dal centro di Genova, da altri quartieri, dal Piemonte..è il bello di conoscersi e di instaurare legami, c’è chi porta sedie, ombrelloni, torte e frittelle, c’è chi conclude la giornata di presidio organizzando una grigliata.
C’è il grido di una signora sulla Castagnola “Piuttosto che darvi la mia terra, mi do fuoco!”, ci sono decine di persone accanto a lei che la sostengono e la aiutano, c’è Massy come ci siamo tutti.
E da quest’estate il movimento cresce, a ogni manifestazione, a ogni presidio, a ogni assemblea la gente partecipa sempre di più.
La notizia di Gennaio è che Massy ha un procedimento in corso per aver commesso un reato quest’estate e con lui altre nove persone.
Dieci persone che, esattamente come tutto questo “popolo in strada” di Agosto, hanno difeso abitazioni e terreni seduti a chiacchierare insieme agli altri, scambiandosi opinioni e storie, parlando di quello che ci sta accadendo intorno tra una risata, una fetta di anguria e un gesto di solidarietà.
Se si pensa, poi, che il capo d’imputazione è l'”interruzione di pubblico servizio”, potrebbe anche nascere spontaneamente un sorriso perchè adesso nelle nostre valli si respira un’aria nuova: le persone parlano, scendono in piazza e nelle strade, si informano, discutono, ci si conosce un po’ di più, si creano reti di amicizia, sta nascendo un nuovo tessuto sociale dimenticato da tempo. Il pubblico servizio abbiamo appena iniziato a costruirlo..e la lotta continua per Massy (sempre in prima linea) e per tutti noi.
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