Presentato il progetto esecutivo del primo lotto del Terzo Valico

da notavterzovalico.info
E’ stato pubblicato sul sito del Ministero dell’ambiente il tanto atteso progetto esecutivo del primo lotto dei lavori del Terzo Valico. Il “pacchetto”, che deve ancora essere approvato, comprende una grande mole di documenti, all’incirca un migliaio, sintetizzati da una relazione generale di 290 pagine. Il fatto che i documenti siano scaricabili uno per uno e dopo una ricerca per nome rende molto difficoltoso e lungo il processo di controllo degli stessi e la dice lunga sui mezzucci che il Cociv continua ad attuare, anche nei confronti delle amministrazioni comunali, per rallentare l’opposizione all’opera.

Ad un primo esame sembrano confermate le intenzioni riguardo le priorità di Cociv per il primo lotto: indagini archeologiche, bonifiche belliche, adeguamento strade, sistemazione idraulica del torrente Lemme, cantierizzazione dei fori pilota, cave per lo smaltimento del primo smarino, imbocchi delle gallerie a Genova e il pozzo di Radimero per l’installazione della fresa.

Viene detto chiaro e tondo che le prescrizioni del CIPE vengono esaudite solo per quanto riguarda il primo lotto, di fatto rifiutando di esaudirne gran parte nonostante siano vincolanti al finanziamento dell’opera. Si vuole quindi far partire un progetto faraonico aggirando la discussione sull’inevitabile impatto ambientale, in ragione della folle logica dei lotti costruttivi non funzionali, che consentono al costruttore di dilazionare anche le fasi di progettazione. Riportiamo una frase che parla chiaro, estratta dalla relazione generale reperibile al link sopra indicato:

“Poiché la progettazione esecutiva procederà per successivi Lotti non funzionali, il puntuale recepimento progettuale di tutte indicazioni di cui alle Delibere CIPE 80/2006 e 84/2010 non potrà che essere implementato con la progressiva emissione dei progetti esecutivi. Una visione complessiva di come sarà il progetto esecutivo, a valle di tutte le modifiche introdotte rispetto al progetto definitivo, si potrà conseguire solo al completamento della progettazione”

Ovvero il progetto nella sua interezza lo vedrete ad opera finita. Bei tempi quelli in cui prima si facevano i progetti e dopo si mettevano in pratica. La suddivisione in lotti crea poi dei problemi anche al capitolo “compatibilità ambientale”:

“Con la progettazione esecutiva per lotti non funzionali, e come si vedrà anche non omogenei al loro interno dal punto di vista delle macrocategorie di attività e opere, viene un po’ meno la visione unitaria del progetto”

Quindi la visione d’insieme del progetto “viene un po’ meno” e per avere un’idea della “compatibilità ambientale”, ovvero dell’impatto sul territorio, è necessario avere un po’ di immaginazione. Per quanto riguarda le questioni che creano più preoccupazioni nei cittadini, il Cociv aveva dichiarato alla stampa nei giorni scorsi che le quantità di amianto rilevate sono “modiche”, senza quantificarle e senza specificare chi e come ha effettuato le analisi. Ora nel progetto esecutivo si conferma, senza ulteriori dettagli, che il rischio di ritrovamento di amianto è “modesto” e che nel caso in cui ciò dovesse accadere:

“La gestione di attività in tale contesto richiederebbe di riconsiderare le modalità con cui gestire gli scavi, modalità che andrebbero concordate”
Ovvero non si sa bene come comportarsi in quel caso e quindi si rimanda la questione. Gli scavi delle finestre nell’Appennino sono però compresi nel primo lotto e quindi il rischio di veder trasportare amianto in Piemonte e Liguria c’è da subito, non a partire dai lotti successivi. Nonostante ciò, la questione viene affrontata con incredibile leggerezza e irresponsabilità.

Emerge chiaramente la volontà di forzare i tempi, approfittando degli amministratori favorevoli, per portare a casa più soldi possibili data l’incertezza dei futuri finanziamenti. Chiudere la partita sul primo lotto significa avere mano libera per spendere i primi 500 milioni (conti fatti senza l’oste, ovvero il movimento No Tav e gli ostacoli che sta mettendo sulla strada, a partire dal blocco degli espropri e di alcune trivelle). Ma soprattutto significa tentare di mettere il prossimo governo, qualunque esso sia, di fronte al fatto compiuto che l’opera parte senza un progetto completo e potrebbe fermarsi in qualsiasi momento per mancanza di finanziamenti. Comunque vada dal punto di vista economico, alle popolazioni coinvolte da Genova a Tortona pende sulla testa un progetto le cui conseguenze ambientali continuano ad essere totalmente sottovalutate.

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