IERI A GENOVA

di Antonello Brunetti

25 giugno, pomeriggio – forte contestazione dei NOTAV-Terzo Valico durante il Consiglio comunale a Palazzo Tursi. Nonostante gli appelli dei partiti di governo, degli industriali, degli affaristi genovesi, non un cittadino si è recato al Consiglio per “gridare il suo sdegno sul taglio di una parte dei fondi destinati da Monti per il Terzo Valico”. Non si è vista traccia della indignazione popolare, ma solo due forti proteste contemporanee: quella dei NO TAV e quella dei dipendenti comunali trattati con molta sufficienza e arroganza dalla Amministrazione genovese.
Hanno preso posizione contro “l’opera indispensabile per …” la Federazione della sinistra, il SEL (in Regione però è favorevole) e il M5S.

Ho potuto leggere l’intervento di Antonio Bruno a nome della Federazione e ve lo riporto poiché, anche se parziale per necessaria brevità, mi pare decisamente buono.

“Nel primo secolo avanti Cristo il re del Ponto, Mitridate, era convinto che assumere piccole dosi di veleno l’avrebbe immunizzato da un possibile avvelenamento, da qui il termine mitridatizzazione: che in epoca moderna significa “Assorbire giorno dopo giorno, piccole dosi di idiozie, falsità e volgarità diventando ‘capaci’, ad un certo punto, di ingoiarne quantità massicce, senza battere ciglio, senza manifestare il minimo segno di rigetto.”
In questi trent’anni, abbiamo assimilato roboanti annunci di inizio lavori, improbabili termini dell’entrata in funzione, disperate grida per i ritardi accumulati; il Terzo Valico è ormai diventato, per chi governa l’alibi per nascondere le proprie responsabilità e i propri fallimenti.

Per ben tre volte la Valutazione di Impatto Ambientale ha bocciato il TAV Genova – Milano, perché non giustificato dal punto di vista trasportistico e allora il Terzo Valico é stato inserito nella legge obiettivo per evitare la possibile opzione zero nella procedura di VIA.

Cioè il progetto é basato su dati manipolati, trascura volutamente, come sottolineato anche da esponenti delle Ferrovie, gli ammodernamenti delle linee esistenti (marce parallele sulle linee dei Giovi, Pontremolese, Savona – Cairo) che consentirebbero una movimentazione di container di oltre 6 milioni di TEU.

Perché dovremmo spendere sette miliardi di euro di denaro pubblico per un’opera che, una volta terminata, ridurrebbe di 15 minuti la percorrenza dei container da Trasta a Tortona, quando i tempi medi di sdoganamento delle merci nel porto di Genova continuano a essere di nove giorni contro i tre della media europea e sono stati asfaltati i binari che arrivavano alle banchine di Sampierdarena?

Non regge il ragionamento per cui si deve essere per forza, in quanto ambientalisti, essere favorevoli al Terzo Valico perché ferrovia.
Il Terzo Valico é diverso dalle altre linee ferroviarie; ha requisiti tecnici (pendenze, alimentazioni, raggi di curvatura) che rendono impatto e costo sette volte superiore a quella di una linea normale, dove i treni passeggeri possono comunque andare a 200 chilometri all’ora e quelli merci a 60.

Inoltre, il magistrato Ferdinando Imposimato descrive il Terzo Valico nel suo “Corruzione ad Alta Velocità Viaggio nel governo invisibile”, come opera nata sotto il segno delle tangenti. A pag. 116, per esempio, Salvatore Portaluri, per due anni presidente della TAV, dichiara: “Tutti i gruppi imprenditoriali erano stati accontentati, eppure vi erano ancora dei problemi di equilibrio, ma anche questi vengono risolti con la costituzione di un nuovo consorzio per la tratta più incerta, il Cociv per la Milano-Genova. Un consorzio anomalo di sei imprese, costituito il 3 dicembre 1991”

E poi di cosa si sta parlando?
– I soldi per costruire le gallerie dove passerebbe il TAV non ci sono adesso, ma non c’erano neanche prima, perché i 120 milioni in dieci anni di cui si parla coprono solo opere accessorie.
– Gli altri soldi pubblici non ci sono e nessun privato si è mai sognato, al di là delle chiacchiere iniziali, di investire in un’opera che non sta in piedi.
– Smettiamola di perdere tempo e denaro e impieghiamo i pochi fondi pubblici disponibili per gli ammodernamenti necessari, come la bretella Borzoli – linee di Valico, l’uso metropolitano della linea di Busalla, il quadruplicamento della linea ferroviaria tra Voltri e Terralba; si affronti l’inadeguatezza delle infrastrutture in ambito portuale; si prenda finalmente atto dell’urgenza di mettere mano alla frana di Mele sulla linea Genova-Acqui Terme e sulla necessità di fare gli interventi atti a rilanciare la linea, come la ricollocazione degli incroci per fluidificare la circolazione, interventi tra l’altro funzionali anche al trasporto merci; si affronti il tema della manutenzione e dell’efficientamento della linea Genova-La Spezia; si discuta degli interventi da tempo richiesti dai pendolari sulla linea Genova-Milano, quali l’intervento sui nodi di Ronco, Tortona e Voghera e il quadruplicamento tra Tortona e Voghera, interventi necessari ed essenziali per ridurre in modo sensibile i tempi di percorrenza tra Genova e Milano;

Sono interventi che non necessitano di cifre gigantesche e di essere eseguiti e finanziati contemporaneamente perché suddivisi in lotti che consentirebbero in tempi brevi di liberare linee per il traffico passeggeri metropolitano e di dedicarne altre alle merci e alle lunghe percorrenze, eliminando quei “colli di bottiglia” che impediscono ai convogli di giungere agevolmente alle linee di valico esistenti.

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