di Antonello Brunetti
Terzo contributo all’archivio TAV con un omaggio doveroso a Baldo Romeri, scomparso anni fa e sempre in prima linea nella battaglia contro TAV e contro il Supertreno MI-GE. Questo è il suo intervento a braccio nel corso di un convegno a cui partecipavano, tra gli altri, anche Ugo Boghetta, Angelo Tartaglia, Pasquale Cavaliere
IL TAV È IL KILLER CHE UCCIDERA’ IL TRASPORTO PUBBLICO
Intervento di Baldo Romeri, ex capotreno e rappresentante di Legambiente Voghera
Dagli atti del Convegno del 1996, organizzato a Novi da Rifondazione comunista.
Prendo spunto dal collega ferroviere (io sono in pensione lui è ancora in servizio) che ha parlato un momento fa. Nel 1966-67 una delegazione del sindacato ferrovieri è andata a dire alla Commissione Nenni le cose che sono state dette oggi: e questo trent’anni fa!
Allora si diceva: “Velocizziamo le linee, i binari a semplice binario raddoppiamoli, raddoppiamo o facciamo, laddove ci sono delle strettoie, degli ampliamenti con binari in più”
Si diceva allora: “Non perdiamo trasporto merci” e allora avevamo il 27% di merci e il 30% di viaggiatori; ora abbiamo l’8% merci e il 10% viaggiatori, e tutti sostengono che il Governo stia sbagliando.
No, amici miei, i governi non hanno mai sbagliato una mossa in senso negativo, non hanno mai sbagliato, perché hanno sempre, e anche oggi, risposto alle direttive che gli venivano impartite dalle multinazionali e dai grandi interessi e dai monopoli del Paese, realizzando quello che i gruppi affaristici imponevano.
Io ho partecipato alle battaglie, quando facevamo l’occupazione della Ferrovia, per salvare i rami secchi: era ministro Jervolino, poi è arrivato Preti, abbiamo fatto battaglie dure, per salvare i rami secchi; 3.000, 4.000 Km. di rami secchi abbiamo visto perdere.
Oggi, checché se ne dica, quando, come comitato nel 1993, siamo andati la prima volta in una audizione a Roma, ed era presente anche Necci, abbiamo chiesto: “Cancelliamo tutto TAV e ricominciamo da zero a studiare un piano nazionale dei trasporti, dove ogni sistema di trasporto svolga un ruolo e una funzione”.
Ci è stato risposto: “No!”
Ci vogliamo o no rendere conto che i progetti TAV sono lo strumento killer per uccidere il trasporto pubblico?
Perché da trent’anni si persegue il trasferimento di tutto il trasporto su strada, su mezzi e con consumi di un certo tipo.
E si persegue anche una politica urbanistica distruttiva e contro natura con la quale si punta al MITO, poi al GEMITO e tutto ciò per rapinare e distruggere un territorio.
I danni che Necci e i suoi collegati hanno prodotto alle ferrovie e al trasporto in Italia sono incalcolabili, e non verranno riparati certamente con pochi interventi compensativi. Ma non dimentichiamo che c’è un filo conduttore da Ligato a Necci, a Cimoli, da Craxi e Signorile all’attuale dirigenza politica: coloro che guidano la politica dei trasporti in Italia sono sempre gli stessi gruppi.
Allora, preso atto di questo, l’operazione FS S.p.A. usa il progetto TAV come killer per l’ammazzamento delle ferrovie intese come trasporto diffuso per il popolo, propinando alla gente falsità e immagini deformate. L’ammazzamento delle Ferrovie lo sta dando anche la direttiva Prodi che fa parte di un progetto che punta alla privatizzazione, in cui il privato prende quello che può esserci di utile e accolla al pubblico tutto quello che può essere la parte debitoria. Se non prendiamo atto di queste filosofie del trasporto, davvero non riusciamo a capire da dove vengono certe cose fantasiose e assurde.
Siamo in un processo di privatizzazione, chi è padrone in Italia o in qualsiasi paese del mondo dei sistemi di trasporti, è padrone in assoluto di un paese, controlla la democrazia, ne controlla gli sviluppi democratici, ne può controllare persino la psicologia.
Allora perché il processo di presentazione e approvazione di questi progetti è stato così antidemocratico? Sono stati insultati i sindaci e le amministrazioni pubbliche ad esempio dicendo loro nel luglio del 1992: “Hai trenta giorni per dirmi sì o no”!
Ma si può dire ad una collettività, ad un organismo istituzionale: “Ti do trenta giorni”? “Entro trenta giorni mi dici sì o no, su un progetto che ti distrugge il territorio” ?
Si distruggono 2.000 o 3.000 ettari di territorio, pari a molte centinaia di aziende agricole complessivamente.
Per quanto riguarda le merci ricordo che negli anni Sessanta, in quella commissione Nenni si parlava di linee specializzate al trasporto merci, per un servizio interportuale, e ciò utilizzando tutte le linee già esistenti. Quindi era chiaro allora che non c’era affatto necessità di nuove linee, ma solo di migliorie !
Certo alcune linee erano sature, come la Genova-Ventimiglia e questo perché da Loano a Ventimiglia c’è un binario solo. La Bologna-Brennero è satura? Perché da Bologna a Verona c’è un binario solo. E così via; e le linee con tratti a un solo binario creano intasamenti facilmente superabili con tratti di raddoppio e migliorie tecniche.
Il TAV costruirebbe 1300 km. in cambio di quello che sta succedendo adesso, fine 1996: soppressione settimanale e a volte giornaliera di treni; soppressione di stazioni abilitate al servizio (un paese che perde la stazione aperta perde un po’ della sua storia, della sua coesione comunitaria, della sua civiltà, della sua economia); peggioramento netto nella manutenzione, nella puntualità, nell’efficienza.
Al TAV occorre dire un netto NO e non ci vengano a raccontare quelli della CGIL (e io sono della CGIL) che dobbiamo ragionare, accettare mediazioni, razionalizzare. Questo atteggiamento della CGIL mi pare una mediazione tutta rivolta al ribasso, tanto che così facendo, in cambio di qualche regalia distribuita qua e là e di un arricchimento enorme degli avvoltoi che sbranano una economia italiana malata e che a me pare in agonia, ci troveremo con un sistema ferroviario distrutto, servizio ferroviario che decenni or sono era un esempio di servizio e di efficienza.