Terzo Valico, No Tav e residenti fermano gli espropri a Trasta

da La Repubblica, di Giulia de Stefanis

«MI HANNO promesso dei soldi in cambio del terreno. E quindi dovrei
cederlo? – dice Vittorio Calvini, tenuta da campagna e fazzoletto No Tav
al collo – Non ci penso neanche, qui è nato mio nonno, qui ho vissuto da
bambino, questo è un polmone verde per la città, e io non mi sposto».
Altri momenti di tensione e altra porta sbarrata, dunque, per gli uomini
del Cociv, che ieri avrebbero dovuto espropriare un terreno a Trasta, in
Valpolcevera, per iniziare i lavori del Terzo Valico.

IL TERRENO di Calvini, appunto, che però, appena ricevuta la lettera con
la notifica, aveva avvisato il popolo No Tav. Che accorre. E in 150
bloccano, per l’ennesima volta, le operazioni di esproprio.
La giornata a Trasta comincia all’alba: «La polizia è arrivata prestissimo
e ha parcheggiato davanti alla casa da espropriare – racconta Massimiliano
Vallone, uno dei leader del movimento No Terzo Valico – Noi siamo arrivati
alle 7. Pensavano di averci battuto sul tempo ma siamo riusciti a
organizzarci». Bisogna aspettare le 9.30, l’ora pattuita per l’incontro
con il
proprietario. E quando tecnici e forze dell’ordine si avvicinano al
terreno, si imbattono in un muro di persone.
Qualche coro No Tav, qualche urlo. Ma poi la tensione si placa, «perché
hanno visto che c’erano anche dei bambini, e non volevano forzare la
mano», continua Vallone. In effetti, a qualche metro di distanza, c’è un
altro fronte di protesta, quello colorato delle mamme che leggono ai più
piccoli favole, storie di terre e contadini.
Così, alla fine, i tecnici e gli agenti rinunciano, e si allontanano. Poco
prima di mezzogiorno, sembra vogliano tornare sul posto, e allora la
polemica si riaccende. Ma dura di nuovo poco.
«In questo modo siamo riusciti a bloccare oltre 300 espropri – dice
soddisfatto – Qui a Trasta, su 8 proprietari, ce ne sono ancora 3 che
resistono. Ora conosciamo la trafila: manderanno altre lettere,
prenderanno altri appuntamenti. Ma noi saremo sempre qui al fianco dei
proprietari, e se sbarriamo la strada, non possono prendere possesso dei
terreni». L’obiettivo? «Ritardare l’inizio dei lavori il più possibile,
sperando che si rinunci a costruire
l’opera».
E se la tensione dura poco, a Trasta il presidio, la musica e le
chiacchiere vanno avanti tutto il giorno, fino a mezzanotte. Per qualche
ora si uniscono anche i consiglieri comunali Paolo Putti (M5S) e Antonio
Bruno (Fds). Ci sono i residenti della zona, i giovani dei centri sociali,
e poi tante famiglie. Che coinvolgono appunto anche i bambini: «Per loro
abbiamo pensato di dare dei temi ai nostri presidi – spiega Lucia Conti –
Oggi, oltre al momento delle fiabe, la giornata è dedicata all’orto. Gli
abitanti del quartiere ci hanno donato delle piante, e abbiamo fatto dei
laboratori lavorando la terra. Poi ogni bambino porta a casa il suo
vasetto di basilico». Così, precisa Vallone, «avviciniamo i bambini al
valore della terra e ai motivi delle
lotte dei genitori». E non è finita qui: «Abbiamo già pensato ai prossimi
laboratori – continua Lucia Conti – saranno sul bosco e sugli animali
».
Perché, a giudicare dagli umori No Tav, la protesta sarà ancora lunga:
«Giocano a sfiancarci, ormai collezioniamo denunce per questi nostri atti
– riprende Vallone,
accanto a un gruppo di ragazzi che gioca a carte – Ma noi non ci
stanchiamo. Sono espropri inutili: inizierebbero i lavori per il primo
lotto del Terzo Valico, ma poi, secondo
quanto sappiamo, non ci sarebbero i soldi per il secondo lotto. Rimarremmo
per anni, decenni, con cantieri aperti e terre devastate».

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