Dietro alla costruzione del TAV – Terzo Valico non vi è nulla di nuovo: un modello di sviluppo incentrato su devastazione del territorio, sperpero di denaro pubblico e grandi profitti per gli speculatori.
Enormi interessi privati in contrasto con i bisogni reali della maggior parte della popolazione. Solo per rimanere in argomento pensiamo al disastro dell’AMT, alle linee per i pendolari tagliate e in cronico ritardo con lavoratori e studenti stipati, a gli interregionali quasi inesistenti sostituiti da treni più costosi ma di sostanziale uguale servizio.
Un’opera, quella del Terzo Valico, che non crea occupazione, ma incassi per partiti e aziende poco trasparenti. Da un lato 6 miliardi per bucare un Appennino pieno di amianto e dall’altro tagli a spese sociali, sanità e istruzione. Da Monti a Letta, da Burlando a Doria tutti d’accordo sul TAV e tutti in sintonia a privatizzare i servizi pubblici.
La lotta contro il TAV ci dice che è possibile e giusto difendere la propria terra, la propria casa e contrastare i disegni devastatori calati sulle nostre teste.
I governi centrali e locali per mano di Procure e Questure attaccano e criminalizzano gli attivisti del Movimento NoTAV – Terzo Valico per far terra bruciata intorno: ma non stanno raccogliendo i risultati sperati. Anzi, in due anni assemblee, presidi e iniziative si sono moltiplicati e i comitati si sono radicati sul territorio dal basso Piemonte alla Valpolcevera.
Delle tante necessità espresse dalla nostra città si investe solo in “sicurezza”. Obiettivo: pacificare i vicoli e garantire una riqualificazione che li trasformi in una vetrina per turisti e residenti benestanti e militarizzare la ValPolcevera per la difesa dei cantieri TAV.
Purtroppo sia Trasta che a San Quirico sono iniziati i lavori di cantierizzazione e la distruzione del territorio, ora, è davanti a tutti noi.
Ma questo non basta per fermarci: continueremo a informare e mobilitarci.
Fermarli è difficile, insieme è possibile