“Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce” G.Ungaretti.
Il cippo che ricorda il sacrificio dei caduti di Rocca dei Corvi si trova ingabbiato tra file di reti dei cantieri del Terzo Valico. Le centinaia di roveri, che per decenni hanno custodito con rispetto uno dei tanti luoghi simbolo della Resistenza Partigiana, sono solo un ricordo, tritate tra le macerie dei cantieri. Oggi in occasione del 69 anniversario dell’eccidio ci siamo ritrovati in tanti intorno a quel cippo, per ricordare il sacrificio di queste persone, dinnanzi al quale la macchina devastatrice di Co.Civ e autorità non ha esitato un istante a creare il deserto. E’ stato letto il testo scritto da alcuni abitanti di Trasta, Circolo i Barabini, Comitato Villa Sanguineti di cui riportiamo un breve passo:
“….la storia si ripete. Cambia forma, ma rimane la stessa sostanza, la stessa prepotenza. L’autorità con la forza si prende la nostra terra e la nostra vita. Decide sulla nostra pelle, sulla nostra salute, scavalcando i nostri diritti imponendo il suo dovere: il dover guadagnare.”
In seguito è intervenuto un partigiano della Brigata Balilla che nonostante l’età avanzata ed il tempo che prometteva pioggia, con estrema lucidità ci ha raccontato le vicende di quel luogo che ha vissuto in prima persona. Donandoci un momento estremamente toccante e arricchente. Poi, in silenzio, ci siamo allontanati.
ORA E SEMPRE RESISTENZA