SUI FOGLI DI VIA…

Passare l’Appennino per fare un tuffo alle “Acque Striate” ai Molini, bere un buon bicchiere di Gavi a Carrosio, piuttosto che andare per funghi nei boschi di Fraconalto sono alcune delle consuetudini di buona parte di coloro che vivono in queste zone a cavallo tra Liguria e Piemonte. Uno spartiacque che non è mai stato barriera, anzi da sempre veicolo di scambio e unione. Usi e costumi, dialetto, tradizioni della cucina… si sono mischiate da l’una all’altra parte del crinale Appenninico. Quasi tutti hanno parenti, amici, affetti, parte della storia della propria famiglia al di la’ dei monti.

Oggi alcune persone che vivono sul versante Ligure non possono piu’ oltrepassare questo confine perché’ sottoposte al cosidetto “ Foglio di Via” a seguito di manifestazioni contro il Terzo Valico.

Circa un anno fa era toccato ad altri sul versante opposto.

Il “Foglio di Via” è un atto emesso dal Questore (in questo caso di Alessandria) che vieta di entrare in alcuni territori, senza che venga effettuato alcun processo e quindi senza passare per nessun tribunale, per un tempo, in questo caso, di 3 anni (il massimo possibile). Un provvedimento istituito in epoca fascista e mai cancellato.

Le motivazioni per cui è stato applicato, riportando testualmente le parole del Questore, sono “..il soggetto sia da ritenersi rientrante nella categoria prevista dall’articolo 2 D.Lgs 159 del 6.9.2011”. Ossia “Soggetti socialmente pericolosi”.

Dal punto di vista giuridico, in uno stato di diritto, democratico, garantista, le limitazioni della libertà personale dovrebbero derivare solamente da un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, un provvedimento che sia l’esito di un procedimento garantito in cui si dia la possibilità alle parti di interloquire (“nel contraddittorio delle parti”) e farsi le proprie ragioni; non come in questo caso da provvedimenti emanati a totale discrezione della Polizia.

Per i Fogli di Via emessi un anno fa ai Piemontesi sul territorio Ligure vi è pure una sentenza del TAR che accoglie, almeno parzialmente, il ricorso effettuato, affermando che ”…. una sanzione deve avere riguardo piuttosto ad una condotta e non gia’ alla durata delle opere che il trasgressore vuole contrastare. In tal senso il ricorso va accolto..”.

Emanare un provvedimento che limita la libertà di una persona, non in base al comportamento della persona stessa, ma in base alla lunga durata dell’opera che la persona si ipotizza voglia contrastare, è un provvedimento politico ed in palese contrasto all’Art.16 della Costituzione Italiana.

Tuttavia ad oggi, nulla è cambiato su quei fogli di Via e Questure e Polizia possono evidentemente continuare ad utilizzare la stessa procedura nonostante il TAR si sia pronunciato in questo modo.

Un provvedimento come il foglio di Via, a nostro avviso inconcepibile di principio, sembra inoltre enormemente spropositato rispetto ai livelli di tensione che si son registrati ad oggi durante le proteste contro il terzo Valico. Se si applicasse con lo stesso metro in ogni situazione di tensione sociale, in Italia dovrebbero esserci una quantità enorme di Fogli di Via. Non è cosi’. Viene applicato ultimamente in contrasto ai movimenti popolari di critica alle Grandi Opere, dalla Valsusa, al Basso Piemonte e ora alla Liguria, dove uomini e donne non ci stanno a vedere distrutto il proprio territorio e a farsi depredare da quelle lobby di potere che di fatto governano lo Stato. Un metodo che mira a spaventare e intimorire senza ricorrere all’uso diretto della violenza fisica della polizia, che scatenerebbe reazioni di indignazione.

In realtà, se la legge fosse sinonimo di giustizia, quelli che dovrebbero essere tenuti distanti dalle nostre terre sono proprio coloro che vengono difesi da questi provvedimenti. Ditte impresentabili, plurindagati e processati per reati di mafia, estorsione, corruzione, frode…e potremmo continuare, sono i curriculum di coloro che lo Stato Italiano difende da noi.

Invitiamo tutti a riflettere su queste righe.

Molti di coloro che leggeranno questo testo sapranno quanto questi provvedimenti per chi abita in questi luoghi, rappresentino una forte limitazione alla libertà della persona: il non poter oltrepassare il Passo della Bocchetta, impedendo cosi’ di raggiungere per alcuni i luoghi dove i propri genitori sono nati, per altri i luoghi dove abita il proprio compagno, (solo per far alcuni esempi reali) sono restrizioni dure da accettare. Ma se la motivazione di fondo è quella di amare la propria terra, di non piegarsi ad un sopruso enorme, di spendersi per un futuro migliore, allora affronteremo anche questo con il sorriso e nessuno farà un solo passo indietro.

Gruppo Valverde NoTav

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