Riportiamo l’intervento di una signora del paese durante l’assemblea pubblica di venerdi’ 24 ottobre ad Isoverde. Probabilmente la persona piu’ anziana presente in sala chiede la parola, stupendo un po’ tutti, tira fuori dalla borsa un foglietto scritto a penna e inizia a leggere. Alla fine un lungo applauso. Davvero non c’è nulla da aggiungere:
“Settant’ anni tutti passati in questa valle, cosa ha di speciale forse nulla, se non che qui abbiamo le nostre radici, qui sono vissuti i nostri padri, nonni e tante generazioni che ci hanno lasciato quello che vediamo e quello che già più non c’è, perché sull’altare della modernità abbiamo sacrificato molte cose.
Ma ora basta sciupare questa terra: forse per alcuni non significa nulla ma per noi è la vita, la vorremmo lasciare ancora vivibile per i nostri figli, i nostri nipoti e chi verrà dopo.
Io non sono un’esperta di geologia, né di infrastrutture, ma per capire che certe mega opere nono solo non sono utili, ma dannose ci vuole poco: spreco di denaro pubblico, qualcuno obbietterà che danno lavoro, sì, ma il lavoro si può creare con cose più semplici e più utili alla popolazione che qui vive.
Già ci sono due linee ferroviarie che possano giù dall’Appennino, magari potenziarle questo sì.
I piccoli regali che qui vogliono fare come il by-pass di Isoverde, una presa in giro al buonsenso, passare dietro a due palazzi invece che davanti credo non sia un grande regalo, per poi non parlare del rischio di alluvioni passando nel torrente.
Tutto quel materiale di risulta portato nelle cave di Cravasco, non credo si ricostruisca il Castellaro, che io ricordo con nostalgia! Ma lasciamo la nostalgia: il rischio che verrà per il paese!
Non sarà domani, o dopo, ma la natura un giorno si vendicherà per gli sbagli fatti da noi uomini di oggi.
Un altro rischio sono le sorgenti d’acqua, tanto ricca ne è la nostra valle! Poi ancora tanto ci sarebbe da dire.
Ma l’unica parola sarebbe dire con forza basta, basta! Lasciateci la nostra Valle Verde!
Io non vedrò l’opera, se questa un giorno sarà mai finita. Ma non avrei voluto vedere nemmeno l’inizio. Basta, basta, basta!”
Giuseppina Isola