La costruzione del “nemico No Tav” da contropiano
di Dante Barontini
La costruzione del “nemico” è parte integrante dell’arte di governo. Il problema serio è quando diventa l’unica attività di un governo, o come vogliamo chiamare quello attualmente installato a Palazzo Chigi.
Le stesse persone – o come le vogliamo chiamare – che hanno obbedito agli ordini di un ambasciatore kazako accampatosi negli uffici ai piani alti del Viminale hanno rovesciato tutta la propria residua capacità di “fermezza dello Stato” contro 500 manifestanti in Val Susa. Lo scarto è incommensurabile e dà la misura del livello “bassino” – o come lo vogliamo chiamare – di come venga intesa, negli apparati ma soprattutto nell’esecutivo, la qualità dell’essere Stato: un manganellatore del dissenso, ma con le brache calate davanti ad “interessi superiori”. Continua a leggere