di Antonio Bruno – Capogruppo Federazione della Sinistra Comune di Genova
La Giunta Comunale di Genova ha approvato la deroga a tutti i piani urbanistici che prevedevano il risanamento della val Chiaravagna, acconsentendo lo sfruttamento di cave situate nel bacino del torrente Chiaravagna e addirittura lo sfruttamento di una cava gia’ chiusa da anni.
Posto l’interpelPiano Territoriale di Coordinamento Paesistico, nel Piano Territoriale di Coordinamento dell’Area Centrale Ligure e nel Piano Territoriale Regionale delle Attività di Cava;
Interpellanza che avevo fatto a luglio purtroppo inascoltata.
La popolazione si ribellera’?
Interpellanza: Il Cociv distrugge la Val Chiaravagna e Sestri Ponente
Il Sottoscritto Consigliere Comunale,
premesso che in merito alla “chiaccherata” realizzazione del Terzo Valico ferroviario dei Giovi (in effetti il sesto valico verso la val Padana):
– in data 21/12/2011 sono state sottoscritte delle apposite convenzioni, fra cui quella relativa alla val Chiaravagna che regola i rapporti fra la Regione Liguria, la Provincia di Genova, il Consorzio COCIV, il Comune di Genova, e le società Unicalce S.p.A e Cave Ghigliazza S.r.l.
– detta convenzione, in particolare, prevede un piano di coltivazione comune delle Cava Giunchetto e Cava Gneo al fine di consentire alle Imprese, con l’ottenimento delle nuove autorizzazioni, la fornitura a COCIV degli inerti necessari per la costruzione del Terzo Valico, e l’abbancamento di un quantitativo di materiale di circa 1.000.000 m³ per la riqualificazione della cava dismessa delle Vecchie Fornaci, posta in prossimità, attualmente esaurita e soggetta all’obbligo di riqualificazione, da destinarsi esclusivamente al deposito di parte del materiale di scavo proveniente dalle nuove gallerie, senza ulteriore asporto di materiale;
– COCIV con nota n. GG/AP/GI/fr/0173/12 del 11/7/2012, sottoscritta anche da Unicalce Spa e Cave Ghigliazza Srl, ha trasmesso al Commissario straordinario, a Regione Liguria, Provincia di Genova e Comune di Genova il “Progetto unitario di coltivazione e recupero ambientale della Cava Giunchetto- Gneo”-” Progetto di riqualificazione ambientale della Cava vecchie Fornaci”
– la Regione Liguria in attuazione delle specifiche indicazioni contenute nella delibera CIPE 80/2006, risulta titolare della competenza prevalente in ordine alla necessità di procedere all’adeguamento delle previsioni contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico, nel Piano Territoriale di Coordinamento dell’Area Centrale Ligure e nel Piano Territoriale Regionale delle Attività di Cava;
– è da individuarsi nell’Accordo di programma previsto dall’art.58 della lr. 36/1997 e s.m. la procedura idonea per conseguire il riassetto della pianificazione territoriale e urbanistica con l’approvazione dei ridetti progetti di intervento e, quindi,le finalità di complessiva riqualificazione ambientale e paesistica come sopra richiamate.
considerato che:
– in generale, secondo le intenzioni espresse, ad esempio, dalla Provincia di Genova (1998) attraverso il piano di bacino del torrente Chiaravagna, “l’attività estrattiva non può proseguire oltre i termini fissati dall’art. 20 della L. R. n.63/93, tranne che per proroghe connesse alla redazione di progetti di revisione dei piani finalizzati ad una migliore sistemazione ambientale definitiva”. Per la cava Gneo avrebbe dovuto essere assolutamente ricostituito il gruppo di lavoro, istituito con D. G. R. n. 8292 del 1.12.1994 e successive integrazioni, per il superamento delle attività di cava previsto dal PTCP, colpevolmente fatto arenare. La cava Giunchetto è ancora attiva grazie all’ultima versione del P. T. R. A. C. (Regione Liguria, 2008) ma sarebbero ammesse solo modifiche al piano di coltivazione che non comportino aumenti di volume estraibile (tipo C). Un nuovo progetto di coltivazione dovrebbe essere ridefinito in concomitanza con la limitrofa cava “Gneo” e all’ interno dei rispettivi limiti di coltivazione già autorizzati.
tenuto conto che gli atti amministrativi degli enti locali liguri e genovesi in particolare intendono cancellare questi obiettivi dei precedenti strumenti e con essi decenni di aspettative di risanamento.
(Con la ex cava Fornaci o vecchie fornaci (a sud ovest della vetta) si raggiunge l’assurdo di volere riqualificare ora, quasi 25 anni dopo la chiusura, una delle poche cave della Liguria già gradonate e faticosamente rinverdite.)
sottolineato come la presunta sistemazione – riqualificazione della cava è solo un pretesto per ulteriori sfruttamenti legati ai movimenti di terra che annullerebbe 25 anni di riqualificazione delle vecchie Fornaci e, per giunta, non riqualificherebbe Gneo e Giunchetto.
interpella la S.V. per conoscere se non sia opportuno che il Comune di Genova esprima parere negativo ad ogni possibile ripresa della attività estrattiva di una cava in via autonoma di di risanamento, evitando di penalizzare ancora di piu’ il Ponente cittadino sotto forma di dissesto idrogeologico e inquinamento.
Antonio Bruno
Capogruppo Federazione della Sinistra Comune di Genova