BURLANDO, PARLANDO DI “TERZO VALICO”, HA DETTO : “le cose vengono prima delle persone”
In contemporanea con la marcia in Val Susa, il 23 marzo a Palazzo Ducale-Genova il presidente della Regione Burlando ha inneggiato alle grandi opere e in particolare al Terzo Valico sostenendo che non è corretto fare una battaglia in nome dell’ambiente contro opere ferroviarie.
Ma cosa dice costui?
Tutto dipende dal tipo di opera, dalla sua validità, dai costi e soprattutto dalla valutazione delle alternative.
Poi ha aggiunto: “ da oggi se qualcuno prova a mettersi contro questa cosa, la città reagirà”
Ma di quale città parla? Quella delle sei P ben presenti in quella sala; le P che lo applaudono ogni giorno? Ossia Padroni, Padrini, Pennivendoli, Politicanti, Prezzolati, Preti (rappresentati dal solito cardinale Bagnasco).
La cosa grave è però l’affermazione riportata nel titolo e che si commenta da sola.
Disastro ambientale, distruzione di territori splendidi come la Val Lemme di Voltaggio, inaridimento delle fonti appenniniche da Fraconalto a Novi, milioni di metri cubi di roccia amiantifera (come attestato dall’Arpa di Alessandria), traffico di circa duemila camion al giorno lungo la valle Scrivia, ulteriori immense colate di cemento e asfalto nella piana fra Arquata e Tortona; frantumazione di una memoria storica e di vivibilità in zone dell’Appennino ancora legate al territorio sono per lui un piccolo prezzo da pagare alla “cosa”.
Centomila persone sacrificate agli idoli della “crescita” e del profitto: una concezione da conquistadores!
A Burlando ha fatto da cassa di risonanza il sindaco di Genova, Marco Doria, che, dopo essersi accorto della “scarsa capacità del Terzo Valico di portare lavoro”, ha ribadito che il Terzo Valico s’ha da fare, mettendosi così in coda a coloro che, nei convegni genovesi un giorno sì e l’altro ancora, ripetono la litania dell’opera salvifica.
Non solo il Terzo valico non porta lavoro (2000 operai contro i 30.000 posti “veri e utili” che si potrebbero creare con pari spesa), ma può addirittura compromettere attività economiche già presenti. A tutto questo si aggiunga che anche il degrado dovuto ai cantieri, al traffico generato e alla movimentazione di smarino, ghiaia e cemento, ha costi economici che generalmente ricadono sul territorio.
C’è poi la compromissione di un bene non rinnovabile, il territorio!
Il sindaco non ne ha parlato, del resto sappiamo bene che i danni ambientali, sicuramente irreversibili, non rientrano mai tra i costi presi in esame dagli “esperti”.
Ad esempio, come quantificare il danno che si avrebbe prosciugando svariate fonti d’acqua? Lo chieda Doria ai cittadini del Mugello.
Nessun cenno alle patologie da amianto? Un po’ cinicamente gli chiediamo se ha valutato quante ore-lavoro di oggi varrà un malato di mesotelioma domani.
Il triste è che tutti questi sindaci, a cominciare da quello di Tortona, chiedono solo compensazioni” con rotonde, altre strade, colate di cemento in cambio di una sorgente dispersa, per una falda inquinata, per un paesaggio distrutto, per una memoria spazzata via, per la perdita di biodiversità, per chi, respirando amianto, si ammalerà di mesotelioma pleurico.
Doria si è autodefinito “uno studioso”, ma ci pare che assolutamente non abbia preso in considerazione la sporcizia etica che c’è dietro quest’opera, la sua inutilità, la mancanza di merci da trasportare, le alternative possibili, l’aggravamento dei problemi della mobilità dei cittadini
Un buco di 39 km fra Fegino e Novi Ligure pronto – forse – tra 20 anni non risolverà alcun problema di mobilità, a differenza di una serie di interventi complessivi sulle tre linee esistenti, atti a migliorare e fluidificare la circolazione: la riorganizzazione dei nodi ed altri interventi sul segnalamento e sull’organizzazione generale del servizio.
Con un minimo impatto ambientale e costi enormemente inferiori a quelli del Terzo valico, si potrebbe -non tra 20, ma tra pochi anni – ridurre i tempi di percorrenza tra Genova e Milano a poco più di un’ora. Questa si che sarebbe una media velocità utile, sostenibile e concorrenziale rispetto all’auto.
Va aggiunto un altro particolare: un abbonamento mensile di seconda classe Genova-Milano per un ipotetico Frecciarossa che con il Terzo valico impiegherebbe comunque 60 minuti per collegare le due città verrebbe a costare una cifra difficilmente sostenibile per la maggioranza degli abbonati Genova-Milano, ovvero almeno più del doppio delle attuali tariffe intercity.
E poi non esiste affatto una domanda per treni veloci e conseguentemente cari fra Genova e Milano.
Il Terzo Valico non darà vantaggi neanche alle migliaia di cittadini e pendolari che quotidianamente si muovono all’interno della intera tratta, anzi sottrae loro enormi risorse che servirebbero invece per garantire il servizio e realizzare le infrastrutture e gli investimenti realmente necessari.
Che poi il Terzo valico non dia una risposta intelligente nemmeno al trasporto merci, emerge come dato di realtà. Ma su questo non ripetiamo quanto già detto da anni.
Per concludere, una considerazione sulla terribile affermazione di Burlando.
Ricordo che, a metà degli anni Novanta, ero con i trecento del Mugello che contestavano alla Festa dell’Unità di Modena, fischiatissimi dagli altri 1500 partecipanti, le affermazioni fatte nel corso di un convegno da Burlando e da Necci, che poche settimane dopo venne arrestato.
Allora Burlando ci definì provocatori e prevenuti contro le meravigliosi sorti dell’Alta Velocità, ma nello stesso tempo accettò un incontro a fine conferenza con una nostra delegazione di una decina di persone e ammetto che la seppe condurre bene sia pure con posizioni agli antipodi.
Mi pare, però, che oggi sia decisamente peggiorato… e come si potrebbe diversamente giudicare una persona che ha ribaltato completamente le priorità per cui deve battersi chiunque si occupi di una comunità, piccola o grande che sia!
antonello brunetti