Ho letto che per il segretario generale della Cisl Liguria, Sergio Migliorini il rilancio economico della nostra regione è far partire subito i lavori per il Terzo Valico. A quelli che sono contrari – come me – chiede se “è più sostenibile dal punto di vista ambientale una galleria ferroviaria o un’autostrada dove passano migliaia di camion tutti i giorni?”.
L’amico Sergio Migliorini sa benissimo, se gli è rimasto ancora del sale in zucca, che quanti si oppongono al Terzo Valico non sono contro il trasporto ferroviario, ma si oppongono a un’opera finalizzata solo agli interessi di quanti la realizzano (e di coloro che li sostengono), facendo spendere una montagna di soldi pubblici per partorire un topolino.
E, questo giudizio costi-benefici sarebbe in sé sufficiente per mettere una “pietra tombale” sul Terzo Valico. Senza mettere in conto la devastazione del territorio (4 valli: Polcevera, Verde, Lemme e Scrivia) e la scomparsa delle innumerevoli fonti idriche. L’acqua, certamente, vale più dei giocattoli di Preziosi da far arrivare dalla Cina a Genova, per poi trasportarli “velocemente” con il treno a Tortona.
Senza mettere in conto le conseguenze su decine di migliaia di persone e tantissimi esercizi commerciali e manifatturieri la cui vita e attività lavorativa sarebbero sconvolte dal transito ininterrotto di mezzi pesanti (cioè le migliaia di camion di cui parla Migliorini), che per almeno 20 anni manderebbero in tilt la viabilità di vallata e intossicherebbero i nostri polmoni.
E senza contare i danni alla salute della popolazione a causa dello sventramento di montagne ricche di “pietre verdi” (con una percentuale di amianto superiore all’Eternit) e del relativo trasporto dei materiali. La dispersione di fibre di asbesto nell’ambiente sarebbe maggiore a quello che ha consentito il riconoscimento dei “benefici previdenziali amianto” allo stesso Migliorini e a tantissime persone della nostra città, tra cui anche il vice-presidente di Confindustria Genova, Marco Bagnasco, tra i più convinti fautori del Terzo Valico.
Pur mettendo da parte l’ambiente e la salute, bastano le ragioni economiche per dimostrare che spendere 6,2 miliardi di euro per ridurre di 15 minuti la percorrenza dei container dal porto di Genova ad Arquata-Tortona è un’offesa al senso comune.
Se il problema è trasferire container dal trasporto su gomma a quello su rotaia, Migliorini e tutto l’establishment politico-economico di Genova a favore del Terzo Valico, devono dimostrare che le attuali linee ferroviarie siano saturate. Se così non fosse devono spiegarci perché gli operatori portuali preferiscono movimentare su gomma la quasi totalità dei container che arrivano a Voltri.
Se e quando riusciranno a dimostrarlo con numeri e dati (e non con affermazioni ideologiche), si porrebbe il problema di migliorare e potenziare le tre linee ferroviarie esistenti per rispondere al traffico “crescente” delle merci movimentate dal porto di Genova e Voltri (risolvendo – all’origine – l’annoso problema del nodo ferroviario di San Benigno e a valle quello del polo logistico nel basso Piemonte). Si tratta di un’analisi costi-benefici alla base di qualsiasi scelta razionale e onesta (o continuiamo a far finta di niente?).
Alla fine scopriremo che ci sono soluzioni – senza Terzo Valico – che permetterebbero di risparmiare miliardi di euro per fare quegli investimenti che servono realmente a migliorare il sistema ferroviario e la sostenibilità ambientale. Non regalando soldi al Cociv e ai politici compromessi con le grandi opere, si potrebbero recuperare le risorse necessarie a potenziare la Pontremolese, a completare il raddoppio della Genova-Marsiglia, a non sopprimere la Cuneo-Ventimiglia, a rendere decente ed efficiente il trasporto dei treni pendolari ecc. (per rimanere nell’ambito del trasporto ferroviario in Liguria).
E un buon sindacalista dovrebbe sapere quanto lavoro, quanta tecnologia, quanto valore aggiunto, quanto recupero di produttività a livello di sistema, c’è in questa nostra proposta di sviluppo rispetto all’opera del Terzo Valico realizzata dal Cociv.
Gianni Alioti
Comitato No Tav – TerzoValico di Pontedecimo e San Quirico