Risposta al comunicato FILT

Scriviamo al termine di un’altra giornata di mobilitazione e di resistenza. Una giornata che ha visto ancora una volta bambini, donne, uomini e anziani uniti contro un’opera inutile e dannosa. Persone che sono lavoratori o che vorrebbero esserlo, lo sono stati e lo saranno, e che sanno che il Terzo Valico, come la Gronda, è un grande problema per tutti, per niente la soluzione. Un’altra piccola grande vittoria sulla strada della definitiva cancellazione dell’opera, che ha visto crescere ancora la partecipazione popolare, a dispetto delle squallide minacce di denunce attuate dalla Digos.
Scriviamo per rispondere al comunicato uscito il 9/7 sul sito della FILT Liguria…..

Si tratta di una lettera che mette confusamente nello stesso calderone piccole-medie imprese edili e realizzatori del Terzo Valico (in primis la famigerata multinazionale Impregilo), piccole e medie opere con grandi opere, in nome del lavoro e contro l’immobilismo, due concetti così vaghi da non poter appartenere a nessuna delle due parti in causa. Chi potrebbe infatti dichiararsi CONTRO il lavoro o PER l’immobilismo in generale? Qui serve una distinzione all’interno di questi ambiti, e viene da chiedersi se la confusione che emerge dalla lettera della FILT sia figlia dell’ignoranza o della strumentalizzazione. Sarebbe grave in entrambi i casi, essendo stata scritta da dei sindacalisti.
Distinzione, si diceva: non incontreranno alcuna resistenza popolare le piccole o medie opere di manutenzione, razionalizzazione, miglioramento del patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente, già ampiamente sufficiente a soddisfare i bisogni della società. Questo avrebbe positivi effetti su sicurezza pubblica, trasporto di merci e persone, qualità della vita e nel contempo romperebbe l’immobilismo e darebbe molti posti di lavoro e sostegno alle piccole e medie imprese edili e non solo. Sono concetti che espresse la stessa CGIL Genova in un convegno dello scorso 24/10/2012, della cui presentazione è calzante un passaggio: “Le cause del degrado vengono da lontano. Anni di politiche abitative selvagge, lasciate senza programmazione in mano a costruttori che avevano come unico scopo quello di rispondere ad immediate esigenze abitative e realizzare profitti, cemento che ha preso il posto di verde e alberi, abbandono di terre presidiate per secoli da contadini che ne garantivano una manutenzione quotidiana, comuni che hanno dovuto fare cassa svendendo pezzi del loro territorio. A ciò si aggiunge il cambiamento delle condizioni climatiche, dovuto anche ad assenza di misure ambientali, indifferenza globale per questi temi.
L’elaborazione e lo studio di interventi e politiche che mirino a risanare il territorio, che mettano in sicurezza torrenti, rivi e, di conseguenza, abitazioni, scuole e attività produttive è la strada che dovremmo inevitabilmente seguire per mettere in sicurezza i cittadini e per trasformare anni di politiche abitative errate in una opportunità di sviluppo economico.”
Insomma l’idea è quella di uno sviluppo economico alimentato da lavori utili alla società. L’unione dell’idea del lavoro, che dev’essere solo un mezzo per vivere, con quella del suo fine.
Spendere 6,2 miliardi di euro per il Terzo Valico per creare nel momento di massimo picco 2750 posti di lavoro per un anno significa usare 2.554.000 (due milioni e cinquecentocinquantaquattromila) euro per un singolo posto di lavoro iperprecario, quando studi economici parlano di un investimento di circa 11 volte inferiore (200.000 euro) per creare un posto di lavoro a tempo indeterminato nel settore manifatturiero. E’ questo che voi difendete e chiamate volano per l’economia? Pare piuttosto una voragine di risorse pubbliche, da cui usciranno irreparabili danni alla salute pubblica e all’ambiente. Sono vacue le vostre frasi sul rispetto dell’ambiente e delle persone. Del resto le linee AV già realizzate in Italia, con il loro costo stimato in 99 miliardi di euro in 20 anni, sono tra le principali responsabili di quel debito pubblico in nome del quale vengono imposti sacrifici alla popolazione. Insomma, i lavoratori pagherebbero ancora coi soldi, con la salute e con la qualità della vita l’arricchimento di pochi potenti soggetti. Vorreste rendere il sindacato complice di questo meccanismo?
I concetti espressi nel citato convegno della CGIL Liguria non vanno a fianco di quelli pro-Gronda e pro-Terzo Valico, ma ne sono in palese contrasto! Se le risorse non vengono destinate al primo tipo di opere è anche perchè il potere economico-politico le vuole drenare sulle seconde. Sotto questa luce la nostra opposizione non è certo a favore dell’immobilismo, mentre è la vostra posizione ad assomigliare ad una “gestione del declino”! Le vostre (non)soluzioni sono le stesse che ci hanno portato a questo declino e a questa crisi, quindi evidentemente sbagliate. E se coincidono con quelle dei grandi poteri economico-politici (banche, parti di Confindustria e caste politiche ad esse collegate) è perchè loro sono i soli a poterci guadagnare, a spese proprio di lavoratori, disoccupati, precari, studenti e pensionati. Come sindacalisti questo dovrebbe allarmarvi, non incoraggiarvi. Sono loro che hanno gestito il sistema che ci ha portato prima al declino e poi alla crisi, la stanno assecondando ed ora ne vorrebbero sfruttare le conseguenze sulle classi sociali più deboli. Voi da che parte state?

Diego Marchesi
Luca Cabigiosu
Sergio Bossi
Marco Macolino

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