Era di quest’estate la notizia che la discarica di Cascina Borio a Sezzadio (AL) veniva classificata non idonea a ricevere lo smarino (ossia la terra di escavazione) derivato dai lavori per l’alta velocità del Terzo Valico, perchè la falda acquifera sottostante può soddisfare le esigenze di acqua di tutto il basso Piemonte. Questo diniego ha posto in serie difficoltà sia il COCIV (il consorzio per l’alta velocità facente capo all’Impregilo S.p.A.) che la ditta Riccoboni, multinazionale dei rifiuti che da più di un anno cerca di rendere operativa la suddetta discarica. Togliendo Cascina Borio, al COCIV era saltato il “piano cave” perchè con i suoi 900.000 metri cubi previsti era divenuta uno dei siti più grandi per lo stoccaggio dello smarino e le eventuali altre cave individuate in sostituzione non erano in grado di supplire a tale portata. Ed era andata male pure alla Riccoboni perchè, non avendo ancora ottenuto alcun permesso per la discarica, si vedeva negare la possibilità di renderla operativa con il COCIV attraverso la formula della “pubblica utilità” (ossia la formula ipocrita tramite la quale lo stato impone grandi opere e nocività varie nonostante l’opposizione delle popolazioni). In Val Bormida l’opposizione alla discarica ha più volte bloccato la suddetta multinazionale soprattutto contrastando i suoi referenti istituzionali sia a livello comunale che provinciale. Ricordiamo infatti che la caduta, a furor di popolo, del sindaco leghista di Sezzadio Pierluigi Arnera e l’irruzione all’interno la sede della Provincia durante la Conferenza dei Servizi avvenuta lo scorso novembre ad Alessandria sono stati due momenti salienti di questa lotta. Ma, come per miracolo (di Natale, giustappunto), a dicembre Cascina Borio è stata reinserita nel piano-cave del Terzo Valico. Infatti il 23 dicembre si è riunita la Giunta Regionale e con soli sette assessori presenti (su tredici previsti) e di cui cinque leghisti, ha deliberato in tal senso. Gli effetti nefasti dell’alta velocità, in Val Bormida escono dalla porta per rientrare dalla finestra. Sbaglia chi pensa che l’opposizione alla discarica non c’entri nulla con la battaglia contro il TAV, infatti è proprio attraverso il COCIV che, in ogni caso, la Riccoboni può ottenere la “variante stradale” che le permetterebbe di avere gli agognati permessi per iniziare a depositare rifiuti contenenti sostanze nocive ed altamente inquinanti. E’ tempo quindi che la Val Bormida prenda coscienza che la lotta contro la discarica passa obbligatoriamente attraverso quella contro il Terzo Valico: sono due facce della stessa medaglia. Stessi gli attori interessati, stessi gli interessi economici e stesse le nocività che impatteranno l’intera provincia di Alessandria. Inutile quindi che alcuni amministratori locali si straccino le vesti e giurino, o spergiurino, che essere contrari alla discarica di Sezzadio non significa essere contrari all’alta velocità perchè gli interessi in gioco sono stati smascherati da tempo. Lottare contro le discariche significa anche lottare contro il Terzo Valico (per quel che riguarda il nostro territorio) e questa lotta deve connettersi obbligatoriamente a quella ventennale della Valsusa contro il TAV: non possiamo più tollerare che la nostra regione sia terra di conquista di speculatori senza scrupoli che vogliono avvelenare i luoghi che amiamo ed in cui viviamo. Che si uniscano le forze e le lotte, solo in questo modo potremo fermarli e ribadire la volontà popolare di poter salvaguardare le nostre vite ed i nostri territori dalle nocività che ci vogliono imporre in nome del profitto di pochi a scapito della salute di tutti.
Comitato Autogestito No Terzo Valico