Ieri due soggetti (in foto), tentando di farsi beffa delle indicazioni neppure troppo velate ricevute all’ingresso da alcuni attivisti notav, in sordina si sono infilati nella sala dove si teneva la riunione dei Comitati.
Seduti come i furbetti in ultima fila, con il cellulare puntato verso chi parlava, registravano gli interventi.
Riconosciuti nel giro di pochi minuti i due, e chiesto loro cosa facevano, si sono risentiti e hanno minacciato verbalmente e con le mani uno di noi, prima di allontanarsi per raggiungere all’esterno un altro soggetto (foto3) che li attendeva nei pressi di un’auto grigio metallizzato gentilmente pagata dal Ministero.
Ovviamente non poteva bastare che due si fossero messi da soli alla berlina dei presenti, perché a fine assemblea con tecnica americana una pattuglia della Digos inseguiva alcuni che rientravano a casa per notificare l’ennesimo avviso di conclusioni indagini questa volta per il blocco degli espropri a Trasta avvenuto il 10 luglio 2013.
Non ci fosse da piangere per la devastazione in atto, pare di raccontare una tragicommedia. Quel giorno a Trasta gli strateghi della questura, che di certo non sono cultori di Sun Tzu, non consultarono neppure un Tuttocittà e alle sei del mattino si nascosero fra le fresche frasche in compagnia del COCIV.
Peccato che le fresche frasche erano quelle di una strada senza sbocco e rimasero così bloccati dal presidio antiesproprio a valle: furono costretti a chiamare papino pancione in questura per farsi scortare… Anche quel giorno non gli bastò una sola figura meschina e una volta liberatisi, invece di allontanarsi silenziosamente per aver perso la battaglia, provarono a tornare indietro per forzare il blocco dei presidianti. Perdendo per la seconda volta.