A quanto si apprende dai giornali il consorzio Cociv, che si occupa di costruire il terzo valico a Genova e in Piemonte, sta pensando di attivare un progetto di intervento negli istituti scolastici, concentrato soprattutto nelle scuole primarie della Liguria e del basso Piemonte.
Il progetto prevederebbe interventi che vanno dalla descrizione delle grandi opere allo sviluppo di quella che “loro” chiamano cultura del progresso. In questo modo, si legge, si vuole evitare lo sviluppo di una contrapposizione tra cittadinanza e il consorzio, per evitare che l’opposizione al terzo valico diventi importante come succede per la TAV in Val di Susa. Tutto questo con il contributo economico degli enti locali che, a quanto dicono, non hanno un euro da spendere per l’istruzione pubblica, ma i soldi per finanziare questo progetto potrebbero trovarli.
Ovviamente, non è la prima volta che i privati entrano nelle scuole propagandando progetti la cui utilità è per lo meno oggetto di controversie. Come sempre, i progetti sono accompagnati da finanziamenti che comporteranno la distribuzione di kit didattici e materiale scolastico.
Questo fenomeno di sovrapposizione tra il progetto di scuola pubblica garantito dalla Costituzione e gli interessi privati è di per sé pericolosissimo, ma in questo caso siamo in presenza di un salto di qualità che non ci deve lasciare indifferenti.
Il progetto del terzo valico ferroviario è da anni contestato anche duramente da associazioni, comitati di lotta, organizzazioni ambientaliste e per i beni comuni, forze politiche. Qualunque sia l’atteggiamento di ciascun docente e ciascun genitore rispetto all’utilità del terzo valico ci sembra particolarmente pericolosa l’idea che un progetto così controverso diventi oggetto di propaganda nei confronti di studenti giovani che non hanno ancora maturato sufficiente senso critico. Più che informazione, l’ipotesi prospettata dal Cociv ci sembra propaganda: una cosa che nella scuola pubblica non dovrebbe avere nessun diritto di cittadinanza.
Ovviamente è vero che la contrapposizione tra popolazioni contrarie al terzo valico e il consorzio costruttore ha toccato spesso alti livelli di opposizione; questo è accaduto nonostante una informazione a senso unico, intenta quasi esclusivamente a propagandare le ragioni di un’opera controversa. Questo scontro è dovuto ad una netta divergenza di interessi tra chi pensa che il progresso sia la costruzione di una ferrovia per merci che nessuno produce o scambia e chi invece pensa che i soldi pubblici debbano servire per i trasporti, per la sanità o per la scuola pubblica. Questa contrapposizione è un dato oggettivo e ogni tentativo di forzare con la propaganda il risultato di un dibattito pubblico va contro ogni idea di scuola pubblica, democratica e civile.
Alcuni anni fa, il Cociv finì su tutti i giornali perché tentò di sfrattare una scuola pubblica (la scuola primaria di Villa Sanguineti) per costruire uffici dove avrebbero lavorato tecnici pagati da una ditta la cui cultura della legalità e della democrazia non gli ha impedito di essere condannata per devastazione
ambientale.
Oggi, dopo la resistenza delle famiglie e dei docenti della scuola di Villa Sanguineti, il Cociv tenta di recuperare il rapporto con la scuola attraverso la propaganda. E’ difficile immaginare cosa ci sia di democratico o civile in un intervento in cui si spiega che è giusto espropriare case, terreni, scuole per costruire un treno probabilmente inutile, spendendo soldi che non ci sono per nessun altro servizio alla popolazione. Il progetto, inoltre, a nostro parere contrasta con le indicazioni ministeriali in merito all’educazione a uno sviluppo sostenibile.
E’ una operazione troppo spregiudicata per poter essere accettata. Per questo invitiamo docenti, sindacati, associazioni genitori e di studenti a rifiutare questo intervento firmando il nostro appello.
Genitori, Studenti, Docenti e Lavoratori della scuola e del sociale – Genova
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