Una due giorni di mobilitazione contro il Terzo Valico in alta ValPolcevera iniziata venerdì pomeriggio quando un gruppo di abitanti hanno deciso di far tornare a vivere le case della Ferriera, che dovrebbero essere abbattute per fare spazio alla strada di cantiere: case abitate fino a poco tempo fa da famiglie costrette ad andare via per dare inizio alla devastazione della nostra valle con i lavori del Terzo Valico.
Forse per l’ultima volta siamo entrati per salutare in allegria questo borgo, consapevoli che un luogo simbolo verrà irrimediabilmente rovinato da chi vuole spacciare questa opera come utile alla comunità quando ben sappiamo che persegue solo l’interesse economico di pochi.
Anche oggi ci siamo ritrovati nel giardino che vogliono espropriare a Pontedecimo per ricordare, in concomitanza con l’Expo Valpolcevera, cosa comporterà il Terzo Valico per i nostri territori, offrendo anche un’occasione di convivialità con la presenza di uno spazio dedicato ai bambini e la promozione del banco del baratto per scambiare oggetti ormai inutilizzati, ma ancora utili.
Con l’Expo della Valpolcevera di questi giorni i politici e gli amministratori più o meno locali si fanno belli ostentando attenzione alle problematiche agricole (riempendosi la bocca di “buone intenzioni” con l’uso delle solite belle parole” retoriche) mentre a meno di 1 km in linea d’aria dalla manifestazione valpolceverasca, 20.000 metri di terreno fertile vengono impunemente devastati.
Questi due giorni sono stati un’altra occasione per stringere i rapporti tra chi è intenzionato a lottare contro il Terzo Valico e ricordare che questa lotta sarà molto lunga, durerà anni, forse decenni e non saranno di certo l’apertura di qualche cantiere, l’abbattimento di alcuni edifici o le intimidazioni poliziesche a farci retrocedere o scoraggiare; al contrario, forti delle nostre ragioni e sicuri di non voler abbassare la testa, pensiamo che tutto ciò dovrà essere un veicolo per far dilagare la protesta, fino a quando saranno costretti a porre una pietra tombale sui progetti del Terzo Valico.
ValPolcevera NoTav